Maurizio De Bellis, la “Balena Bianca” torna in carcere. La storia di “Billy” tra droga e attentati

22/12/2021 di

Un nome noto, da anni legato alla criminalità di Latina, rimasto evidentemente in una posizione di rilievo del traffico di droga. Maurizio De Bellis torna in carcere, a Frosinone, dopo essere stato colpito da un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice Giuseppe Cario.

L’indagine, affidata a carabinieri e Squadra Mobile e coordinata dal pm Daria Monsurrò, nasce da un episodio del 10 dicembre scorso quando i carabinieri, durante un controllo nella zona dei pub a Latina, bloccarono un ragazzo con un pacco pieno di droga. Ruki Mark Villalobos, 25 anni, aveva con sé mezzo chilo di cocaina e una piccola quantità di hashish pronta alla vendita tra i locali della “movida” del capoluogo.

L’AFFARE D’ORO DELLO SPACCIO. Dopo gli arresti degli ultimi anni che hanno colpito i clan Di Silvio e Travali che gestivano lo spaccio nella zona dei pub, l’affare d’oro adesso fa gola a molti nell’ambiente della criminalità. E così gli investigatori da mesi stanno monitorando la zona per capire quali siano le fonti di approvvigionamento e la rete dello spaccio al dettaglio.

L’arresto di Villalobos con mezzo chilo di cocaina è stata l’occasione per arrivare ai gestori del traffico e così gli investigatori, scavando nei movimenti e nei contatti del pusher, sono arrivati al nome di Maurizio De Bellis. Il pregiudicato aveva inutilmente tentato di far perdere le proprie tracce, ma i carabinieri e la polizia lo hanno scovato e gli hanno notificato la misura cautelare trasferendolo nel carcere di Frosinone in attesa dell’interrogatorio di garanzia fissato per venerdì 24 dicembre. 

I PRECEDENTI. Il curriculum criminale di Maurizio De Bellis, conosciuto come Billy, è sostanzioso. E’ noto il suo legame con altri esponenti di spicco della criminalità locale, in particolare all’interno nel clan Di Silvio ma non solo. Nel 1982 De Bellis fu denunciato per associazione a delinquere finalizzata ai furti, poi i procedimenti per droga e un tentato omicidio. L’operazione più importante arrivò nel novembre 2013 quando De Bellis finì in carcere con altre 26 persone nell’ambito dell’inchiesta Balena bianca che smantellò un grande giro di spaccio di droga a Latina e dintorni. L’organizzazione gestiva enormi quantitativi di sostanze stupefacenti e il denaro veniva poi investito in beni immobili e altre attività intestate a prestanome.

I BENI CONFISCATI. Nell’ambito dell’inchiesta Balena Bianca furono sottoposti a sequestro preventivo beni il cui valore complessivo ammonta a oltre due milioni di euro e che non verranno più restituiti. Il tesoro di De Bellis è stato infatti confiscato nel dicembre 2016. Nel patrimonio figurano quindici beni immobili, tra cui una villa dotata di un sistema di sorveglianza con ben dodici telecamere, alcuni appartamenti, terreni, magazzini e un’autorimessa, due auto, un conto corrente, due libretti postali e un deposito bancario.

L’ATTENTATO NELLA VILLA BUNKER. Nell’indagine Balena Bianca, Maurizio De Bellis fu l’unico ad essere accusato anche di intestazione fittizia di beni. Secondo gli investigatori per eludere i controlli patrimoniali nessuna delle tante proprietà era direttamente riconducibile a lui. Tutto fu sottoposto a sequestro, a partire dalla sua villa bunker al chilometro 75 della Pontina, dove nel 2008 fu lanciata una bomba carta, un avvertimento su cui non si è mai chiuso il cerchio.

Recentemente però i pentiti Renato Pugliese e Agostino Riccardo hanno parlato di De Bellis e dell’attentato del 19 ottobre 2008 nella sua villa, sostenendo che il mandante di quell’episodio fu Massimiliano Moro poi ucciso nel 2010 nell’ambito della guerra criminale con il clan Ciarelli. La bomba carta provocò danni alla parete
esterna dell’abitazione e alla fiancata dell’auto di De Bellis.

Dopo l’arresto per l’operazione Balena Bianca, Maurizio De Bellis, classe 1967, viene descritto dal gip come «un soggetto che appare il vero motore di un sistema di spaccio sul quale ha costruito un rilevante status economico, dedicandosi ad esso come alla sua principale attività, da cui trae i propri mezzi di sussistenza». Il dato più evidente che emerge dall’analisi delle sue finanze, è «l’assoluta sproporzione tra i redditi dichiarati e i beni da lui direttamente e indirettamente posseduti».

Il maxisequestro dell’epoca riguardò libretti, conti correnti, un laboratorio artigianale, terreni, la sua villa di 120 metri quadri con piscina e giardino, un appartamento in via dell’Agora, uno in via Virgilio, in via degli Ernici e un quarto sulla Pontina, una Lancia Musa, una Fiat 500. Il tutto intestato a moglie, madre e alle sue tre figlie, per sviare gli accertamenti. Nell’ordinanza del giudice fu descritto nel dettaglio il percorso illecito di De Bellis. Il primo episodio di arresto per droga risale al 1998, con definitiva condanna nel 2002. Con sedici grammi di cocaina finì in manette una seconda volta nel 2005.

Maurizio De Bellis fu anche indagato, ma ne uscirà pulito, nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Giorgio Soldi, il 42enne che venne picchiato fino a perdere la vita nel luglio del 2008 in piazza della Libertà, di fronte a decine di persone. Gli inquirenti avevano sospettato che fosse lui ad aver accompagnato in auto l’autore della violenta aggressione, Paolo Baldascini. «Le due condanne per droga – scrisse il giudice nell’ordinanza – coincidono con i periodi nei quali l’indagato ha accresciuto in modo significativo il suo patrimonio immobiliare acquistando anche autovetture di prestigio».

Ora il nuovo arresto di Maurizio De Bellis considerato uno dei punti di riferimento dello spaccio a Latina, particolare nella zona dei pub.