Nessun caso di variante indiana a Latina e Sabaudia, proseguono i test a tappeto

27/04/2021 di

Per ora nessun caso di variante indiana nella numerosa comunità Sikh di Latina ma lo screening continua per scongiurare il pericolo che potrebbe compromettere il piano vaccinale che nel Lazio va avanti speditamente. In particolare ora la Asl, anche grazie al supporto della prefettura di Latina e della stessa comunità, sta cercando di rintracciare eventuali membri della comunità arrivati in Italia prima del 25 aprile ovvero prima dell’ordinanza del ministro Roberto Speranza che oltre a vietare l’ingresso in Italia a chi negli ultimi 14 giorni è stato in India dispone per il rientro dei residenti nel nostro paese il tampone in partenza e all’arrivo e l’obbligo di quarantena.

Proprio per questo l’interlocuzione avviata da Asl e Prefettura con i cinque capi religiosi della comunità che conta 15mila persone sparse nella provincia pontina è determinante: si tratta infatti di rintracciare le persone arrivate e assicurarsi che si attengano alle procedure anti Covid. Non solo: parallelamente è in corso un monitoraggio con test e tamponi nelle aziende agricole che impiegano membri della comunità, per lo più braccianti, e una campagna informativa sia tra i regolari che tra gli irregolari.

«Collaboriamo con le autorità nell’interesse di tutti», ha assicurato la comunità nel corso degli incontri con Asl e Prefetto. In ogni caso i tamponi finora fatti sulla comunità Sikh della provincia di Latina «sono tutti negativi alla variante indiana», afferma il direttore dell’Inmi Spallanzani di Roma Francesco Vaia.

«Stiamo continuando nella sorveglianza attiva e con gli esami dei tamponi, ma al momento zero casi variante indiana», aggiunge. Dal 19 aprile sono 15 i campioni arrivati dall’Asl di Latina allo Spallanzani: su 9 è stata trovata la variante inglese mentre su 6 è in corso il sequenziamento genomico. Dal 1 marzo si contano in tutto 275 positivi nella comunità Sikh di cui 37 alunni in scuole di Sabaudia, Pontinia e Latina.

«Numeri che non incidono sul dato complessivo ma per la singola comunità sono significativi – spiega Maurizio Falco, prefetto di Latina – ieri abbiamo incontrato uno dei 5 capi della comunità, oggi il secondo per diffondere tutte le informazioni all’interno della comunità, sia tra regolari e sia tra gli irregolari».

Giovedì partirà da Sabaudia uno screening, proseguirà con Pontinia e a seguire negli altri comuni. «Chiediamo ai rappresentanti della comunità indiana e agli italiani che vivono o che lavorano con loro di sottoporsi ai test. Abbiamo chiesto ai capi della comunità di farsi portavoce di questa attività – spiega il prefetto – Cercheremo di mettere in campo tutte le misure necessarie e di far comprendere anche agli irregolari l’obiettivo è tutelare il diritto alla salute».

«Molti della comunità lavorano come braccianti agricoli e le condizioni di sovraffollamento abitativo sono piuttosto frequenti – spiega il direttore generale dell’Asl di Latina, Silvia Cavalli – Da alcune settimane stiamo facendo attività di screening di massa anche nelle aziende agricole su tutti i braccianti. Stiamo facendo interventi nelle scuole, abbiamo diffuso opuscoli tradotti nelle loro lingua. I positivi vengono isolati e seguiti attentamente. Al momento rappresentano in media meno del 10 per cento dei contagi giornalieri».