Sermoneta, volevano mettere una bomba a casa del sindaco Giovannoli: 4 arresti per le auto incendiate

Tra le quattro persone arrestate dai carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia (Latina) c’è anche Giuseppe Gentile, 46enne, commerciante e presidente della Pro Loco di Sermoneta (Latina).
In carcere insieme a Emanuel Poli, 44enne commerciante di Sermoneta (la compagna 49enne, Angela Toti, è invece ai domiciliari) e a Giovanni Bernardi, 41enne già noto alle forze dell’ordine di Latina, avrebbe secondo gli investigatori commissionato agli altri tre complici l’incendio delle auto di Maria Marcelli, vice sindaca di Sermoneta (il 7 e 22 febbraio scorsi) e della sindaca Giuseppina Giovannoli il 9 maggio scorso, per indurle a dimettersi dalla loro carica pubblica, ritenendo le loro politiche lesive dei suoi interessi economici.
L’operazione è il risultato di sei mesi di indagini della Stazione di Sermoneta e del Reparto Territoriale di Aprilia, svolte attraverso intercettazioni e analisi degli impianti di videosorveglianza.
Il colonnello Gabriele Vitagliano, comandante provinciale dei carabinieri di Latina, ha spiegato che i 4 sono stati bloccati perché avevano intenzione di mettere una bomba alla casa del sindaco.
Il movente sarebbe legato alle scelte del sindaco che avrebbe danneggiato l’attività di Giuseppe Gentile. Le accuse sono danneggiamento a seguito di incendio e violenza o minaccia a un corpo politico, amministrativo o giudiziario o ai suoi singoli componenti
IL COMMENTO DEL SINDACO. “Questa mattina, appresa la notizia, ho telefonato al comandante del Reparto territoriale di Aprilia col. Riccardo Barbera e della stazione di Sermoneta mar. Antonio Vicidomini per complimentarmi, a nome mio personale e dell’intera amministrazione comunale, per la brillante conclusione delle indagini sugli attentati incendiari che hanno riguardato la mia auto e quelle del vicesindaco Maria Marcelli.
A giudicare ci penserà la magistratura: piena fiducia nel loro operato. Io non posso che esprimere la mia soddisfazione per l’attività investigativa svolta egregiamente dalla Procura di Latina e dai carabinieri e conclusa in pochi mesi. Io, l’amministrazione e l’intera comunità meritavamo risposte su episodi vili e preoccupanti per una città come la nostra, che si è sempre distinta per accoglienza, solidarietà e rispetto del prossimo. Aver fatto chiarezza su questa vicenda è stato importante, perché a essere minacciata non ero solo io o la vice sindaco, ma tutta la comunità. Quanto accaduto ha scosso me, Maria Marcelli e le nostre famiglie, ma non abbiamo mai abbassato la testa: la legalità e il rispetto delle regole sono stati e restano il cardine della nostra attività amministrativa e sono orgogliosa del fatto che questo sia emerso anche dalle indagini. Andiamo avanti a testa alta con ancora più convinzione ed entusiasmo, insieme a tutti i miei consiglieri, nell’interesse esclusivo del bene comune, non di pochi ma di tutti”.