“Così caricavamo le barre di uranio nella centrale di Latina”. I ricordi di Gino Pinos e la foto storica del 1962

27/08/2020 di

Gino Pinos oggi ha 79 anni. Guardando questa fotografia storica racconta il suo lavoro nella centrale nucleare di Latina, appena costruita ma ancora non entrata in funzione.

“In questa fotografia io sono quello sulla destra, ero dentro al reattore della centrale nucleare di Latina e mi avevano affidato l’incarico di caricare le barre di uranio”.

Quando è stata scattata? “Era l’inizio del 1962, la centrale era appena stata costruita. Comandavano gli inglesi che controllavano tutti i lavoratori all’interno della struttura. Una volta sorpresero un mio collega, un ragazzo molto giovane che si era addormentato sul lavoro con la testa appoggiata al vetro, sembrava che guardasse fuori e invece si era proprio addormentato. Il capo degli inglesi si accorse che stava dormendo, si avvicinò e gli disse “Hai sonno? Allora vai a casa!”.

In che condizioni si lavorava? “Nel reattore – risponde Gino Pinos – faceva davvero molto caldo, ogni due ore e mezza si usciva e si andava in una sala per riprendersi, ma era davvero pesante”.

Cosa stavate facendo nel momento in cui questa foto è stata scattata? “Nella foto si vede il caricamento della grafite. Dopo arrivarono le barre di uranio che non si potevano toccare, anche se non erano ancora radioattive. Lavoravamo sempre con i guanti”.

Protezioni minime rispetto a quelle di oggi, ma l’attenzione era altissima tanto che nella centrale di Latina non si è mai verificato nessun incidente.

LA FOTO RITROVATA. La fotografia che ritrae il giovane Gino Pinos è stata trovata in un cassetto dal figlio, Francesco: “Ho ritrovato questo scatto che per me rappresenta tantissimo, non so chi l’ha fatta questa fotografia e con quale macchina, ma poco importa. Quello che conta è che l’autore è riuscito a bloccare un istante importantissimo. Siamo nel 1962 dentro la prima centrale nucleare d’Italia, proprio all’interno del reattore, il reattore più potente d’Europa. Papà è quel ragazzo a destra e quella che stringe tra le mani è una barra d’uranio, non ancora attiva. Lì c’era poco da scherzare, gli errori non erano concessi…”.

Gino Pinos oggi

LA STORIA DELLA CENTRALE NUCLEARE. La centrale nucleare di Latina è stata la prima a essere realizzata in Italia e appartiene alla prima generazione di impianti nucleari, con un reattore di tecnologia britannica a gas grafite, GCR-Magnox. La sua costruzione, da parte dell’Eni, è iniziata nel 1958.

Dopo appena cinque anni, nel maggio 1963, ha iniziato a produrre energia, con una potenza elettrica di 210 MWe che l’ha resa, all’epoca dell’entrata in esercizio, la centrale nucleare più grande d’Europa.

Nel dicembre 1964 la sua proprietà è passata all’Enel e la sua attività è stata fermata nel 1987, all’indomani del referendum sul nucleare. Da allora, è stato garantito il mantenimento in sicurezza delle strutture e degli impianti a tutela della popolazione e dell’ambiente.

La centrale di Latina è l’ultima delle quattro centrali nucleari italiane ad ottenere il decreto di disattivazione, emanato il 20 maggio 2020 dal Ministero dello Sviluppo Economico. Sono state così autorizzate le attività previste nella prima fase del programma generale di decommissioning dell’impianto, che riguardano lo smantellamento delle infrastrutture e l’abbassamento dell’edificio reattore da 53 a 38 metri. Con la disponibilità del Deposito Nazionale, sarà possibile avviare la seconda e ultima fase con lo smantellamento del reattore a gas grafite.

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