LA LETTERA Sulla sedia a rotelle senza ascensore: “Mio fratello ostaggio nella casa Ater”

21/08/2020 di

Gentile Latina24ore.it,

scrivo per conto di mio fratello Quirino, 45 anni, da 13 anni costretto sulla sedie a rotelle, a causa della sua malattia, una forma aggressiva di Sclerosi Multipla, variante Von Balò.

Noi viviamo nella città di Terracina, in alloggi ATER (le famose case popolari), pertanto spetterebbe all’azienda in questione interventi volti all’abbattimento delle barriere architettoniche. Noi presentammo richiesta di tali interventi nel 2013, cui seguì una risposta da parte dell’azienda ATER in cui ci informava che non appena fossero stati disponibili risorse economiche si sarebbe proceduto con specifici sopralluoghi per verificare la fattibilità degli interventi richiesti. Sopralluogo che venne effettuato dando parere favorevole per l’installazione di un ascensore esterno.

Trascorsero tre anni nel silenzio più assoluto, solo dopo ripetuti solleciti da parte nostra, l’Azienda ATER commissionò alla GIELLE ELEVATORI SRL un montascale e non un ascensore come ci fu detto dall’inizio. A montaggio completato il montascale si mostrò inadatto per Quirino, aspetto che facemmo presente da subito ma a cui non ricevemmo mai risposta. Per non parlare di tutte le volte di blocco improvviso dove per la risoluzione fu necessario l’intervento dei Vigli del Fuoco.

L’azienda GIELLE ELEVATORI SRL da contratto era obbligata a manutenzione trimestrale, cosa mai verificatasi, in un arco temporale di 4 anni la manutenzione fu prestata solo 3 volte. La cosa bella è che la GIELLE ELEVATORI SRL ad oggi ci contesta una condizione di morosità pur non avendo prestato servizio alcuno. Condizione di morosità che avremmo portato a risoluzione nell’immediato se la stessa GIELLE ci avesse rilasciato un certificato attestante i requisiti normativi di sicurezza dello stesso. Richiesta mai soddisfatta. Pertanto abbiamo presentato nei confronti della GIELLE ELEVATORI SRL contestazione dell’importo reclamato e la risoluzione del contratto per non uso del montascale.

Credevamo di esser riusciti a permettere a Quirino di poter vivere una vita il più possibile normale, ma sbagliavamo trovandoci nelle stesse, medesime condizioni di reclusione forzata dell’inizio.

Daniele Pannozzi