La “Mafia del bancale” al Mercato ortofrutticolo di Fondi, cinque arresti

02/03/2020 di
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Gestivano con metodi mafiosi i trasporti all’interno del Mercato ortofrutticolo di Fondi, nonostrante fossero già agli arresti domiciliari. Per questo motivo, questa mattina, cinque persone sono state arrestate nel corso di una operazione antimafia dei carabinieri del Comando provinciale di Latina coordinati dalla Procura antimafia di Roma, tutti ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di estorsione ed illecita concorrenza con minaccia o violenza, commessi con l’aggravante del metodo mafioso.

Tra le misure cautelari compare anche il sequestro preventivo delle quote e di due società che operano nell’ambito del MoF (Mercato ortofrutticolo di Fondi). Proprio sul MoF e su un gruppo criminale che operava sul posto, si sono concentrate le indagini dei militari. Sequestrate inoltre le quote delle società di trasporto, la Anna trasporti srl e la D’Alterio trasporti Srls.

I provvedimenti, eseguiti tra Fondi, Pontecorvo (Fr) e Caivano (Na), sono il frutto di una attività d’indagine chiamata «Aleppo 2», che segue una precedente operazione che portava lo stesso nome che si è conclusa con 8 arresti nel 2018, con cui è stato provato, secondo gli inquirenti, il condizionamento ambientale imposto con metodo mafioso dalla famiglia D’Alterio sull’indotto del MoF. Un condizionamento ottenuto grazie anche ai collegamenti che la famiglia avrebbe con i clan camorristici casertani. Le nuove indagini hanno permesso di stabilire che gli indagati, nonostante i provvedimenti restrittivi della precedente indagine, hanno continuato ad esercitare, con intimidazioni, il controllo del mercato.

Secondo l’accusa la famiglia, capeggiata da Giuseppe D’Alterio alias «Peppe ò marocchino», a seguito del sequestro preventivo de La Suprema srl, ditta precedentemente utilizzata per imporre un regime monopolistico nei trasporti del MoF, aveva avviato una campagna minatoria per estromettere dal mercato la ditta in amministrazione giudiziaria, ostacolandone l’attività imprenditoriale e minacciando gli autotrasportatori che entravano in rapporti commerciali con questa. Lo stesso D’Alterio avrebbe esercitato un potere intimidatorio di tipo mafioso per monopolizzare i trasporti da e per il MoF, in particolare nella tratta della Sardegna e per Torino, imponendo una vera e propria “provvigione” di 5 euro a pedana, per i movimenti effettuati dalle altre ditte.

L’indagato ha costituito una nuova ditta, la Anna trasporti srl, amministrata da un prestanome ma di fatto gestita dallo stesso Giuseppe D’Alterio, che all’epoca era ancora agli arresti domiciliari, con la quale si stava gradualmente assicurando il controllo delle stesse fette di mercato già appannaggio de La Suprema da cui era stato allontanato con sequestro preventivo. Per l’esecuzione dei provvedimenti sono stati impiegati 30 carabinieri del comando provinciale, supportati da quelli delle province di Napoli e Frosinone, e da un elicottero da Pratica di Mare. Giuseppe D’Alterio è stato portato in carcere, mentre agli altri 4, Giovanni e Luigi D’Alterio, Crescenzo Pinto e Domenico Russo sono stati concessi gli arresti domiciliari.