Manifesti elettorali e clan Di Silvio, giallo sulla morte di Matteo Lombardi

15/02/2020 di

Mistero sulla morte di Matteo Lombardi, 33enne di Terracina trovato senza vita il 4 dicembre 2018 in una comunità di recupero a Feltre, in provincia di Belluno. Il Messaggero di oggi spiega come l’ipotesi di overdose non abbia convinto la famiglia di Lombardi. La mamma intervistata da Lazio Tv ha detto: «Mio figlio è stato assassinato, c’era qualcuno in quella comunità che stava aspettando Matteo, però è stato detto 12 giorni dopo la sua morte».

Matteo Lombardi fu arrestato nell’ambito dell’operazione Alba Pontina e poi scarcerato. Decise di andare in una comunità di recupero per tossicodipendenti, molto lontano da casa, in provincia di Belluno. In quella struttura ha dormito soltanto una notte, la mattina successiva è stato trovato morto nella sua stanza per overdose da eroina come appurato dall’autopsia.

Sul caso è stata aperta un’indagine della Procura. Secondo la versione della madre, il figlio entrò in quella comunità con dei documenti falsi e grazie all’aiuto di qualcuno, una scelta di cui i familiari non erano a conoscenza.

Matteo Lombardi, secondo la ricostruzione degli investigatori, si occupava dell’affissione dei manifesti elettorali per conto del clan Di Silvio.  Secondo il pentito Renato Pugliese i manifesti elettorali venivano nascosti in una stalla non lontana dall’abitazione di Armando Di Silvio, nel quartiere Campo Boario e il lavoro di affissione era delegato a Gianluca D’Amico e Matteo Lombardi.