Alba Pontina, Forte: Intervenga commissione Antimafia. Adinolfi: Ricostruzioni fantasiose
«Destano preoccupazione le dichiarazioni di un pentito di Latina che, nel corso del processo Alba Pontina, sta tirando in ballo diversi politici nell’ambito del centrodestra per un presunto voto di scambio, e con l’accusa di connivenze con la criminalità locale, rinsaldatesi in periodo di campagna elettorale.
Dichiarazioni che i giudici valuteranno con attenzione ma che impongono, da parte delle istituzioni e della politica, una seria riflessione. Penso che tutta la classe dirigente debba prendere un serio impegno con l’intera comunità affinché la battaglia per la legalità non sia un banale slogan, ma abbia una reale sostanza e diventi una patrimonio di tutti». Lo dichiara in una nota il consigliere regionale del Lazio Enrico Forte (Pd).
«Per quanto riguarda il Pd, mi sono fatto promotore di un intervento dei vertici nazionali, in particolare degli esponenti della commissione Antimafia, auspicando che Latina possa avere maggiore attenzione da parte delle istituzioni. Alla stessa commissione d’inchiesta chiedo di celebrare proprio nel capoluogo una seduta dove possano essere ascoltati i candidati sindaci alle elezioni del 2016, così come chiese il presidente Morra. Una audizione che faccia sentire a Latina la presenza dello Stato, con l’obiettivo di fare chiarezza sui lati oscuri ed inquietanti che troppo spesso leggiamo sulle cronache giudiziarie», conclude Forte.
ADINOLFI: MAI AVUTO CONTATTI. “Con riferimento agli articoli di stampa di questi giorni relativi alle dichiarazioni del pentito Riccardo Agostino, secondo il quale in maniera indiretta avrei usufruito della sua attività nel corso della campagna elettorale per le elezioni amministrative del 2016, intervengo per negare con forza la veridicità di tali affermazioni e smentire qualsivoglia illazione o speculazione di natura politica.
Va innanzitutto premesso che, come lo stesso Riccardo (e prima di lui Pugliese) ha riferito, mai ho incontrato o mi sono solo relazionato con qualcuno di questi personaggi. Nello specifico di quelle dichiarazioni, per verificarne la veridicità, basterebbe appurare come nel 2016 io non abbia né stampato (né tantomeno affisso) alcun manifesto elettorale con la mia effige o con il mio nome. Per tutta la campagna elettorale del 2016 mi limitai, anche in ragione di una precisa volontà di contenere i costi, a posizionare nei pressi della rotonda di Borgo Piave un solo cartellone ed una vela itinerante, regolarmente rendicontate.
Per quanto riguarda i voti, anche in questo caso per smentire fantasiose ed infondate ipotesi, sarebbe sufficiente confrontare i risultati elettorali delle amministrative del 1997 (eletto consigliere comunale con quasi 500 voti) e del 2002 (rieletto con 482 voti) con quelle del 2016 (eletto con 450 voti) per comprendere che il consenso da me ottenuto è rimasto nel tempo del tutto immutato, se non addirittura più contenuto, anche rispetto alla distribuzione nelle sezioni della città. Ogni diversa rappresentazione della realtà storica e fattuale si manifesta, dunque, del tutto falsa, diffamatoria, finanche calunniosa”.
CALANDRINI: MAI ACQUISTATO VOTI. “In relazione agli articoli di stampa riferiti alle dichiarazioni rese in tribunale nell’ambito del processo “Alba Pontina”, intendo fare delle precisazioni. Nel 2013 io e Pasquale Maietta eravamo contemporaneamente candidati lui alla Camera dei Deputati io al Consiglio Regionale ed entrambi facevamo parte di Fratelli d’Italia. Conseguentemente non posso escludere che Maietta, nello svolgere campagna elettorale per lui, abbia richiesto a terzi e quindi anche nell’ambiente calcistico nella sua qualità di allora presidente del Latina Calcio, di votare per me alle Regionali.
Ricordo ancora che, sempre in quel periodo (2013), Maietta non solo non risultava coinvolto in alcuna vicenda giudiziaria ma risultava essere una figura politica di primo piano sia all’interno del partito sia per rivestire rilevanti cariche istituzionali cittadine (consigliere comunale eletto e assessore al bilancio). Posso inoltre dire con certezza che io non ho mai incontrato i tifosi, e se anche lo avessi fatto non lo considero una cosa disdicevole. Escludo nel modo più categorico di aver avuto conoscenza della presunta mediazione “specifica” di Maietta per “girarmi” 500 voti dalla curva dei tifosi del Latina Calcio. Dopo di ché le elezioni regionali si chiusero con un bilancio di circa 6.300 preferenze di cui 4.000 nella sola città di Latina, che non furono comunque sufficienti per la mia elezione in Regione. Ad ogni modo, fin dalla mia prima candidatura, nel 2002, il mio consenso elettorale e i voti raccolti sono perfettamente riconducibili a un elettorato storico e consolidato nel tempo. Le persone che mi hanno sostenuto e che mi sostengono tutt’ora le ho sempre incontrate alla luce del sole e nella più totale trasparenza. Questo è il solo modo che conosco di fare politica e di raccogliere consensi. Respingo quindi con forza qualsiasi allusione circa un mio presunto coinvolgimento per acquisire voti, direttamente o indirettamente, con modalità improprie o addirittura illegali, auspicando che la magistratura possa rapidamente chiarire tutte le presunte circostanze riferite dal pentito Agostino Riccardo”.