Omicidio Martufi a Cori, indiano condannato a 14 anni
Uccise l’ex datore di lavoro con un forcone, perché non lo pagava da tre mesi. Ieri Gabbar Singh, al termine del processo d’appello a Roma, è stato condannato a 14 anni di reclusione, due in meno rispetto alla sentenza emessa a fine gennaio scorso dal gup Giorgia Castriota di Latina dopo il processo con il rito abbreviato.
La sentenza è stata emessa dalla prima Corte d’assise d’appello di Roma nei confronti di Gabbar Singh, immigrato di origine indiane riconosciuto colpevole dell’omicidio volontario di Armando Martufi, 56enne proprietario di un centro ippico alle porte di Cori.
Nel pomeriggio del 31 dicembre 2017 tra i due scoppiò una lite proprio all’interno del maneggio. Secondo quanto ricostruito, l’operaio pretendeva il pagamento di un debito di lavoro che la vittima probabilmente non gli avrebbe voluto riconoscere. Si parlò in particolare di tre mensilità da saldare.
Ci fu una discussione sempre più animata e poi una colluttazione che culminò quando Gabbar Singh impugnò il manico di un forcone e colpì alla testa Armando Martufi. Da quel momento il 56enne lottò tra la vita e la morte, in coma, per un mese e mezzo prima del decesso.
Gabbar fuggì e fu arrestato dai carabinieri di Aprilia la mattina dopo mentre cercava di raggiungere il litorale romano probabilmente per fuggire. L’indiano era anche accusato di rapina, per avere rubato a Martufi la collanina d’oro che aveva al collo dopo averlo colpito.