Guerra tra clan di camorra per il controllo di Rimini, blitz dei carabinieri

12/10/2019 di
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Si stavano fronteggiando in una guerra tra clan camorristici per il controllo del territorio riminese, i componenti dei gruppi rivali, autonomi ma con legami e conoscenze con i boss Contini, Nuvoletta e Mazzarella, arrestati nell’operazione Hammer, del reparto operativo del nucleo investigativo dei carabinieri di Rimini, che ha eseguito un’ordinanza del Gip del Tribunale di Bologna, Sandro Pecorella, su richiesta della Procura Antimafia. Il blitz ha interessato anche il territorio di Latina.

I reati contestati vanno dall’associazione di stampo mafioso, all’estorsione, rapina, sequestri di persona, detenzione e porto abusivo di armi, intestazione fittizia di beni ed impiego di denaro di provenienza illecita, lesioni personali aggravate. In dieci sono stati arrestati.

Soppiantare il clan di Romaniello a Rimini, era, secondo gli inquirenti, l’intenzione del gruppo emergente, capeggiato da Ciro Contini, 31 anni, nipote del boss dei quartieri Vasto e Poggioreale di Napoli, Edoardo Contini, detto Faccia d’Angelo, come in Gomorra.

A ottobre 2018, i militari del nucleo investigativo si concentrano sull’operatività a Viserba Monte di un’attività di noleggio autovetture, sospettata di riciclaggio. Emerge così un sodalizio camorristico capeggiato da Ciro Contini, affiancato dal suo braccio destro Antonio Acampa, 40 anni, e dai gregari Cosimo Nicolì (42) e Armando Savorra (62), pluripregiudicati napoletani da anni residenti in Riviera, nonché da giovani ‘castigatorì Pasquale Palumbo (44 anni), Francesco Capasso (26) e Fabio Rivieccio (28), tutti già conosciuti dalle forze dell’ordine e in carcere da questa mattina.

Questo nuovo clan, secondo gli investigatori, poteva già contare su un’ampia disponibilità di armi da fuoco, ma il marchio delle loro azioni erano le martellate sulle mani delle vittime. Dopo una serie di violenti pestaggi tra cui quello di Pio Rosario De Sisto 61 anni, considerato legato al clan Nuvoletta, il nuovo clan arriva ad aggredire Giuseppe Ripoli 41 anni, di un gruppo antagonista capeggiato da Massimiliano Romaniello (45 anni) e Antonino Di Dato 43, tutti tre ai domiciliari da questa mattina. Questa guerra di camorra per gli inquirenti, se non fermata sarebbe degenerata in sparatorie e morti. Ad un certo punto, infatti, erano intervenute direttamente le famiglie napoletane dei Nuvoletta, Contini e Mazzarella, chiamate in soccorso dai vecchi clan in difficoltà.

«A Rimini si era creato in via autonoma, un gruppo camorristico – ha detto il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato – Se lasciato prosperare, si sarebbe rafforzato passando al controllo economico del territorio e alle attività gestite dai riminesi».