Aborto sul traghetto da Ponza. Il compagno: “Mi avevano detto: stai tranquillo, può fare tre ore di mare”. Esposto in Procura
Un «drammatico caso di malasanità» se il fatto «corrisponde effettivamente al vero», sul quale bisogna «intervenire per accertare eventuali responsabilità»: è quanto segnalato dal consigliere regionale del Lazio, Giuseppe Simeone, presidente della VII Commissione Sanità, in una lettera al direttore generale della Asl di Latina. Sull’isola di Ponza una «giovane donna incinta», scrive Simeone, «avrebbe iniziato ad accusare problemi di salute legati al proprio stato di gravidanza, ovvero delle perdite di sangue».
La giovane «si sarebbe recata presso il punto di Primo soccorso nell’isola, decidendo di farsi visitare dalla guardia medica di turno. Il medico in tale sede le avrebbe quindi praticato le prime cure del caso per poi consigliarle di recarsi presso l’ospedale più vicino, ovvero il Dono Svizzero di Formia, utilizzando il mezzo navale di collegamento fra le due località del sud pontino».
«Senonché durante il tragitto effettuato attraverso l’imbarcazione, le condizioni della donna sarebbero peggiorate, tanto che la stessa avrebbe avvertito in misura ancora più intensa i sintomi di un aborto spontaneo. I sanitari presenti sulla nave avrebbero contattato il personale del 118 per un soccorso urgente da attivarsi tramite l’ambulanza». Una volta giunta sulla terraferma «la giovane donna sarebbe stata trasportata dal mezzo del 118 fino al Dono Svizzero di Formia. Ma a quel punto i sanitari non avrebbero potuto fare altro che constatare l’avvenuta interruzione di gravidanza, purtroppo involontaria».
Di qui la richiesta di verificare «se il fatto narrato corrisponde effettivamente al vero» da parte di Simeone, che nella lettera sottolinea «come notizie di questa portata non possono non accentuare il senso di sconforto dell’utenza pontina, anche in considerazione dei tanti problemi che affliggono quotidianamente la sanità della provincia di Latina». Sulla vicenda è intervenuta la Asl di Latina, precisando che «in base agli elementi conoscitivi a disposizione, il professionista che si è occupato del caso ha seguito i protocolli da adottare nelle circostanze di cui trattasi. È quindi prematuro parlare di ‘malasanità’. Dispiace per l’accaduto e la Direzione della Asl è vicina al dolore della famiglia. Ovviamente verranno effettuati ulteriori accertamenti anche al fine di sgombrare il campo da possibili equivoci».
LA COPPIA: PRESENTEREMO DENUNCIA.
«Bisogna andare a fondo di questa vicenda. Nei prossimi giorni faremo un esposto alla magistratura». S.Y. preannuncia all’Adnkronos un seguito giudiziario alla vicenda che ha visto coinvolta la sua compagna R.M., che, alla settima settimana di gravidanza, ha abortito dopo un viaggio in traghetto tra Ponza e Formia.
La donna racconta di essere andata al Punto di primo soccorso dell’isola e di essersi fatta visitare dalla guardia medica di turno: «Ero andata a trovare il mio compagno a Ponza per valutare un eventuale trasferimento. Martedì mattina già dal risveglio ho avuto dei malesseri. Ho provato a contattare il mio ginecologo a Napoli che mi ha suggerito di riposare ed andare in ospedale. Così ho fatto». Ma al poliambulatorio «non avevano i macchinari necessari. Non potevano neanche farmi una ecografia, o delle analisi del sangue – racconta la giovane – Dunque dopo un’intramuscolo di Prontogest, verso le 13 mi hanno suggerito di andare a Formia».
R.M. ha quindi preso il traghetto. Durante il tragitto «mi sono sentita male – racconta – Sono collassata, ho perso i sensi più volte. Fortunatamente tra i passeggeri c’erano un’infermiera ed un medico che mi hanno soccorso – spiega – Da quel poco che ricordo nei momenti in cui ero vigile l’infermiera mi rianimava e aiutava con la respirazione. Il comandante ha attivato la traversata di emergenza e un carabiniere a bordo ha chiamato il 118. Siamo arrivati in poco più di due ore, ma troppo tardi comunque. All’arrivo a Formia un’ambulanza mi ha portato in ospedale, al Dono Svizzero. Ricordo che il comandante tra le varie cose mi ha chiesto perché non fosse stato chiamato l’elisoccorso ma mi hanno spiegato che a sette settimane di gravidanza non è previsto l’elicottero, che il Prontogest avrebbe bloccato l’aborto». «Non ci sono limiti normativi alla chiamata dell’elisoccorso – spiega all’Adnkronos Mario Balzanelli, direttore del Sistema di Emergenza Territoriale 118 di Taranto – È a discrezione del medico richiederlo. E comunque dalle isole c’è anche il soccorso con idroambulanza, previsto dal 118 per i casi meno gravi». Il compagno di R.M. ribadisce: «Mi hanno detto: stai tranquillo, si può fare tre ore di mare in traghetto. Non hanno chiamato il 118».
LA ASL.
Sulla vicenda è intervenuta la Asl di Latina, precisando che «in base agli elementi conoscitivi a disposizione, il professionista che si è occupato del caso ha seguito i protocolli da adottare nelle circostanze di cui trattasi. È quindi prematuro parlare di malasanità. Dispiace per l’accaduto e la Direzione della Asl è vicina al dolore della famiglia. Ovviamente verranno effettuati ulteriori accertamenti anche al fine di sgombrare il campo da possibili equivoci».