VIDEO FOTO Eccezionale scoperta a Satricum: due scheletri e una villa romana
Il tesoro di Satricum, assolutamente non valorizzato, si arricchisce di reperti straordinari. Gli archeologi dell’università di Amsterdam (che da 40 anni portano avanti gli scavi a Le Ferriere) hanno scoperto una villa romana con due scheletri perfettamente conservati.
La campagna di studio di Satricum è coordinata dall’Università di Amsterdam da oltre 40 anni, affidata alla professoressa Marjike Gnade che ha voluto presentare i risultati raggiunti.
La villa e gli scheletri sono stati scoperti anche grazie alle nuove tecnologie, in particolare i rilievi stratigrafici che hanno consentito di vedere al di sotto dello strato di terreno.
La tomba con i resti umani si trova all’interno della villa che, a sua volta, è comporta da diversi ambienti. In buono stati alcune pavimentazioni e alcune parti di muratura che ora saranno sottoposti ad accurate analisi.
Gli scheletri (di circa 2.000 anni) sono stati trovati con le braccia e le mani compost, probabilmente non si tratta di romani. Marjike Gnade ha infatti tracciato un quadro per comprendere la vicenda di Satricum ricordando le guerre tra Roma e gli altri popoli vicini, fino alla devastazione totale del sito da parte dei romani che costruirono case sopra le tombe e la necropoli.
La scoperto archeologica è avvenuta nei terreni di Casale del Giglio dove l’Università di Amsterdam conduce le proprie campagne di scavo ormai da decenni. L’idea ora è quella di coprire l’area solo con una tettoia, per renderla visitabile.
L’intero sito di Satricum andrebbe adeguatamente valorizzato per rientrare a pieno titolo nelle tappe turistiche irrinunciabili.
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LA STORIA SI SATRICUM. Satrico (in latino Satricum) era un’antica città del Lazio antico, situata nell’attuale Comune di Latina. In età arcaica fu probabilmente la seconda città più grande del Latium vetus dopo Alba Longa.
Nel 489 a.C. fu una delle città attaccate dai Volsci condotti da Gneo Marcio Coriolano che, dopo aver preso Longula, presero anche Satrico. Fu incendiata e distrutta una prima volta dai Latini nel 377 a.C., e poi nuovamente distrutta dai Romani nel 346 a.C. Dionigi di Alicarnasso la cita nell’ambito delle 29 città latine alleate contro Roma.
Era sede di un importante santuario dedicato alla Mater Matuta, che rimase frequentato anche dopo la distruzione della città, almeno fino al II secolo a.C. Il santuario era sede inizialmente di un culto praticato all’aperto, sull’acropoli cittadina. Nella seconda metà del VI secolo a.C. il tempio di Mater Matuta venne eretto in sostituzione di un primitivo edificio, e fu rimpiazzato da un secondo edificio di maggiore ampiezza nel V secolo a.C., che continuò ad essere restaurato nei secoli successivi e del quale restano importanti resti.
Il sito, identificato con l’antica città di Satrico da H. Graillot nel 1885, si trova a circa 9 chilometri dal mare, lungo il corso del fiume Astura, ed occupa una serie di rilievi sulla destra dell’asta fluviale fra il territorio di Latina e Nettuno. L’area abitativa è concentrata sulla cosiddetta acropoli, ampia circa 4 ettari e protetta da ripide scarpate, e sul pianoro che si estende ad ovest di quest’ultima, di circa 40 ettari di superficie. Il pianoro è naturalmente protetto su tre lati; sul quarto, ad occidente, venne realizzato un aggere in epoca arcaica.
Il sito è stato oggetto di scavi che hanno interessato l’abitato antico, con il santuario della Mater Matuta, e le necropoli, riportando alla luce una grande quantità di oggetti, tra cui spiccano alcune stipi votive del santuario, e una nota epigrafe in latino arcaico.
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