Giornata nera al Pronto soccorso di Latina: 143 pazienti in attesa, peggio dell’Umberto I di Roma

19/08/2019 di

Nuovo allarme affollamento al Pronto Soccorso. Alle 12.27 di oggi il Pronto Soccorso dell’ospedale Goretti ha fatto registrare 143 accessi, una cifra nettamente superiore anche a quelle raggiunte da Tor Vergata e Umberto I. Non da meno la struttura del Dono Svizzero di Formia, che con 71 accessi ha superato grandi ospedali romani come il San Camillo ed il San Giovanni.

L’allarme è lanciato ancora una volta da Giuseppe Simeone, consigliere regionale di Forza Italia e presidente della commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria e welfare.

«Numeri da record – spiega Simeone – dovuti principalmente a vecchi problemi: sovraffollamento, accessi impropri, mancanza di posti letto per i ricoveri, carenza di personale medico e paramedico, costretto spesso a stringere i denti e lavorare in condizioni sempre più difficili. Non vi è dubbio che sia necessario migliorare complessivamente l’efficienza dell’ospedale, garantendo il ricovero nel reparto più appropriato, garantire livelli essenziali di assistenza il più vicino possibile al domicilio del paziente e ai familiari. Insomma passare da un modello sanitario centrato sull’ospedale a uno più orientato verso il territorio e i bisogni del cittadino. Incombe un rischio ancora più grosso. Quello del collasso del sistema.

Nel piano di riorganizzazione, riqualificazione e sviluppo del servizio sanitario regionale 2019-2021 si è deciso di procedere con l’eliminazione dei Punti di primo intervento, trasformandoli in Punti di erogazione di assistenza primaria entro la fine dell’anno. Senza una rete assistenziale efficiente e capillare l’unico risultato che si raggiungerebbe con la loro chiusura sarebbe quello di ingolfare ancora di più i Pronto Soccorso. Non possiamo non tenere conto del fatto che oggi i PPI rappresentano dei presidi fondamentali, nell’erogazione di servizi di emergenza urgenza e nello svolgere il ruolo di catalizzatori di migliaia di utenze. Senza una valida alternativa chiudere i PPI significa solo depotenziare ulteriormente la già fragile rete assistenziale territoriale. Una rete che va rimodulata, garantendo ai pazienti servizi efficaci ed efficienti, colmando le lacune accumulate in questi anni e potenziando le strutture territoriali che rappresentano, come nel caso dei Punti di primo intervento, la cerniera indispensabile tra l’ospedale e la gestione della emergenza. A Zingaretti chiedo espressamente di rimettere mano al piano di riorganizzazione del servizio sanitario regionale, rilanciando e non tagliando dei piccoli quanto indispensabili presidi di primo soccorso».