La IX Commissione consiliare lavoro, presieduta da Eleonora Mattia (Pd), ha appena licenziato, con voto unanime, la proposta di legge di contrasto e per l’emersione del lavoro non regolare in agricoltura, meglio conosciuta come legge sul caporalato.
«Ringrazio tutti i colleghi per la rapidità con cui siamo arrivati all’approvazione unanime – sottolinea la Mattia – e sono certa che, in tempi brevi, il Consiglio riuscirà a varare una legge tanto attesa, tra le prime in Italia, necessaria per contrastare le gravi situazioni di caporalato, prossime alla schiavitù, che ancora esistono per chi lavora nei campi, in provincia di Latina ma anche nel resto del Lazio».
«Nel Lazio – sottolinea Mattia – sono oltre 10 mila le persone sfruttate, donne e uomini che lavorano senza regole e senza diritti. Quella che stiamo compiendo è una battaglia di civiltà, principio ineludibile di civiltà. Combattiamo un fenomeno diffuso, anche nel Lazio, che colpisce in particolare le categorie di lavoratori più deboli, come disoccupati e stranieri e, non di meno, le braccianti sottoposte a forme di ricatto, anche sessuale, pur di essere richiamate a lavorare l’indomani. La manodopera femminile è un doppio serbatoio di gratificazione per i caporali: pecuniaria e sessuale.
Solo qualche settimana fa, abbiamo assistito alla gravissima denuncia di alcune lavoratrici straniere in provincia di Latina, obbligate a lavorare nei campi per 4 euro l’ora, anche di notte, costrette a subire prevaricazioni, violenze fisiche e molestie sessuali: più che caporalato siamo alla schiavitù».