Amianto nella centrale nucleare di Latina, un ex lavoratore vince la causa

03/05/2019 di

Nella centrale nucleare di Borgo Sabotino di Latina è stato utilizzato amianto al quale sono stati esposti i lavoratori. La tesi è stata sostenuta davanti al tribunale di Latina: nella centrale di latina ci sono stati livelli espositivi al’amianto superiori alla soglia delle 100 ff/ll, nella media delle otto ore lavorative.

Il Tribunale di Latina, Giudice del Lavoro, Umberto Maria Costume, con sentenza n. 505/2019 ha condannato l’INPS a rivalutare la posizione contributiva di P.A., con i benefici contributivi per esposizione ad amianto e quindi adeguamento dell’importo pensionistico in godimento.

“Il Tribunale di Latina ha disposto l’accertamento tecnico peritale da cui si evince che nella centrale nucleare di Borgo Sabotino è stato utilizzato amianto – dichiara Ezio Bonanni, legale del lavoratore – dunque, grazie a questa sentenza che costituisce un precedente giudiziario, tutti i dipendenti, e non solo P.A., potranno chiedere un risarcimento previdenziale, anche se ancora privi di malattia, e, soprattutto, avranno diritto alla sorveglianza sanitaria, poiché potrebbero manifestarsi danni alla salute, come è successo per l’altro suo collega (F.A.) che, grazie al controllo sanitario disposto dall’ONA, ha ricevuto la diagnosi precoce della malattia da amianto, e ha evitato così il peggio”.

“Il picco dei casi di malattie asbesto correlate, mesoteliomi, tumori polmonari, alla laringe, faringe, esofago, fegato, colon e perfino all’ovaio e per non parlare dell’asbestosi, placche pleuriche ed ispessimenti pleurici e le complicazioni cardio-vascolari in provincia di Latina avverrà tra il 2028 e il 2030”.

Sottolinea il presidente dell’Osservatorio Amianto – “nel frattempo è necessario che tutti i lavoratori, a suo tempo esposti ad amianto, siano sottoposti al controllo sanitario periodico e che l’INPS e l’INAIL riconoscano i loro diritti. Trovo paradossale che lavoratori pesantemente colpiti dalla fibra killer debbano continuare, ancora ad oggi, nel 2019, a ricorre all’Autorità Giudiziaria”.

L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto – prosegue dunque nel suo impegno nella provincia di Latina per la tutela medica e legale dei lavoratori esposti e vittime dell’amianto e loro familiari. I dati della strage amianto a Latina e in provincia di Latina parlano chiaro: “L’ONA ha censito, per la provincia di Latina, circa 150 casi di mesotelioma, con un trend in netto aumento, rispetto ai circa 100 casi censiti dal Dipartimento di Prevenzione per il periodo dal 2000 fino all’anno 2014”. Spiega Bonanni – “le città più colpite dai casi di mesotelioma fino a tutto il 2018, sono Latina con 30 casi; Gaeta con 25 casi; Aprilia con 20 casi; Sezze con 10 casi; Formia con 15 casi”. “Il mesotelioma è solo la punta dell’iceberg, l’ONA quindi stima un’incidenza di mortalità per patologie asbesto correlate in provincia di Latina per il periodo dal 2000 al 2018 di circa 600 decessi, con una media di poco superiore a 30 decessi ogni anno”.