Nessuna traccia di Nardi e Ballard, oggi voleranno i droni. Poche le speranze

05/03/2019 di
daniele-nardi-alpinista

Sulla parete nord-occidentale del Nanga Parbat non c’è traccia di Daniele Nardi e di Tom Ballard. Nessuna tenda, nessun segno, nessun appiglio alla speranza: è questo l’esito del sorvolo di 50 minuti effettuato oggi da due elicotteri Ecureuil della compagnia aerea Askari per conto dell’esercito del Pakistan. Oggi alcuni droni ripercorreranno il tragitto con ancora maggiore meticolosità. Sulle pendici di quella che è considerata una delle montagne più pericolose al mondo c’è ancora chi crede di poter trovare i due alpinisti scomparsi da più di una settimana.

«La speranza è al lumicino, ma forse qualche piccola speranza c’è ancora, in fondo al tunnel, finché c’è ancora una luce accesa non ce ne dobbiamo andare da lì», spiega Agostino Da Polenza, presidente dell’Associazione Everest-K2-Cnr che sta coordinando dall’Italia le operazioni di ricerca.

Dopo due giorni di maltempo e di attesa è giunta oggi dal campo base del K2 la squadra di soccorritori spagnoli. Il capo spedizione Alex Txikon, che sul Nanga Parbat è salito nel 2016 assieme a Simone Moro, ha subito effettuato la ricognizione a bordo di uno dei velivoli. Affianco a lui c’era Rehmat Ullah Baig, l’alpinista locale che aveva preso parte alla prima fase della spedizione di Nardi e Ballard e che ha quindi saputo indicare con precisione la linea di salita sull’inaccessibile sperone Mummery.

L’ultima loro comunicazione risale a domenica 24 febbraio quando si erano spinti fino a oltre 6.300 metri per poi rientrare al campo 4 (6.000 mt). Oggi nulla è stato lasciato al caso, come racconta lo stesso Txikon, in un report diffuso già in mattinata: «Abbiamo fatto una ricognizione molto ravvicinata sulla montagna, lungo la via Kinshofer, poi sullo sperone Mummery e sull’area del ghiacciaio tra campo 3 e il punto dove siamo atterrati. Abbiamo raggiunto una quota approssimativa di 7100 metri. Purtroppo, non ci sono tracce visibili dei nostri amici».

Poco dopo essere stato depositato a terra, a quota 4.850 metri, l’instancabile Txikon si è messo sulle tracce di Nardi e Ballard salendo a piedi verso il campo 2 (5.100 metri) e da lì puntando sul campo 3 (5.700 metri), per poi rientrare alla base. Le ricerche, finanziate anche con i 130 mila euro raccolti su internet dagli amici di Nardi, continueranno ancora.