Falsi attestati per operatore socio-sanitario, 88 persone rischiano il processo

16/11/2018 di
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Per la vendita di falsi attestati di operatore socio-sanitario in tutta Italia, soprattutto nel Lazio a un prezzo che variava dai 1500 ai 2500 euro, la Procura di Milano ha chiesto il processo per 88 persone nell’ambito di una indagine dopo la raffica di perquisizioni effettuate dai Nas di Latina che è stata trasferita per competenza alla magistratura milanese.

Il pm Francesco De Tommasi nei giorni scorsi ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio per il titolare Cooperativa Scuola Rapida srl e i responsabili di Media Project s.c.a.r.l. e di European Center School sas, accusati di associazione per delinquere, i primi due come promotori e il terzo solo come partecipe, per aver messo in piedi un sistema con base operativa nel capoluogo lombardo per rastrellare sull’intero territorio laziale «clienti» interessati alla qualifica ‘facilè per poter lavorare nelle strutture sanitarie in particolare per anziani.

In sostanza i tre avvalendosi di uffici, pc, telefoni, rete internet e altri supporti messi a disposizione delle loro società, tra il 2013 e il 2014, avrebbero confezionato e poi proposto la vendita di «falsi certificati (…) senza dover frequentare alcun corso di formazione» nonostante la legge, invece, preveda l’obbligo di frequenza di 1000 ore di lezione. Gli altri, che rispondono solo di falso in certificazione amministrativa e sostituzione di persona, 85 indagati sono i presunti beneficiari del certificati fasulli che in un anno avrebbero reso un giro di affari accertato di circa 200 mila euro.

L’indagine dei carabinieri di Latina, denominata “Attestato Rapido“, avviata nel 2015 in seguito ad accertamenti sui centri anziani era coordinata inizialmente dalla Procura di Cassino (Frosinone). Il 7 marzo scorso sono state eseguite 96 perquisizioni con sequestri di falsi attestati nelle province di Roma, Latina, Frosinone, Viterbo e Chieti. Inoltre, da quanto emerso, coloro che avrebbero messo in piedi il giro di falsi certificati sarebbero persone che allora erano operative nel campo della sicurezza e della formazione sui luoghi di lavoro. Gli indagati erano complessivamente 103 ma la posizione di alcuni è stata stralciata e trasmessa ad altre procure per competenza. Sul maxi procedimento milanese ora la parola passa al gup.