Omicidio Desiree, mix letale di droghe e abusi sessuali. Tre fermati

25/10/2018 di

Una lenta agonia prima della morte, rimanendo per ore stordita da un mix letale di droga e in balia del branco che avrebbe abusato più volte di lei. Così è finita Desiree Mariottini, la 16enne di Cisterna di Latina trovata senza vita la settimana scorsa in un edificio abbandonato nel quartiere romano di San Lorenzo. Ed hanno un nome e un volto tre dei presunti aguzzini, che sono stati fermati dalla polizia, ora sulle tracce di un quarto complice.

Matteo Salvini promette: «farò di tutto perché i vermi colpevoli di questo orrore paghino fino in fondo, senza sconti, la loro infamia». Il ministro invoca anche «la castrazione chimica per gli stupratori». E la madre Barbara si dice «distrutta, straziata. Speravo mi riportassero Desi. Ora voglio giustizia».

Tutti e tre i fermati sono immigrati irregolari, uno era già stato colpito dal decreto di espulsione. Per loro le accuse sono pesanti: omicidio volontario, violenza sessuale e cessione di stupefacenti. Uno di loro è stato rintracciato nell’ex fabbrica di penicillina di via Tiburtina, a San Basilio, che è una delle prime occupazioni individuate nella lista dei prossimi sgomberi.

I FERMATI. I primi due fermi sono scattati in piena notte dopo ore di interrogatori. A finire in manette due senegalesi: Mamadou Gara di 27 anni e il 43enne Brian Minteh. Qualche ora dopo gli agenti della squadra mobile e del commissariato San Lorenzo hanno bloccato il nigeriano Chima Alinno, 46 anni. Hanno tutti precedenti per spaccio.

Mamadou Gara, inoltre, aveva ricevuto un anno fa un provvedimento di espulsione firmato dal prefetto di Roma, non ottemperato perché si era poi reso irreperibile. Un evento comune, perché sono solo poche centinaia i posti nei 5 Centri per i rimpatri attivi in Italia, nonostante il piano ne preveda uno per regione. E così, ai destinatari della misura viene semplicemente consegnato un foglio di via che raramente rispettano. Per gli inquirenti i tre avrebbero ceduto alla ragazza un massiccio quantitativo di stupefacenti e poi abusato di lei quando non era già più cosciente. Alla lenta agonia di Desiree avrebbero assistito anche altre persone.

IL TESTIMONE. «Quella notte ero nel palazzo. Ho visto Desiree stare male. Era per terra e aveva attorno 7/8 persone. Le davano dell’acqua per farla riprendere», ha raccontato un testimone all’Ansa.

“Qualcuno voleva chiamare il pronto soccorso, ma nessuno lo ha fatto. Io non ho chiamato perché non avevo il cellulare”, ha aggiunto l’uomo spiegando che l’allarme è stato poi dato intorno all’una. “Desirée – ha aggiunto – la conoscevo, veniva spesso lì. Quel giorno mi chiese di fumare ma non stava bene e le ho detto di no. Poi è arrivato quel nero e le ha detto “vieni con me”. Dopo ne è arrivato un altro. Sono andato via e quando sono tornato era già a terra”.

LE INDAGINI. Intanto, il procuratore aggiunto Maria Monteleone, che coordina le indagini, ha inviato al gip la richiesta di convalida del fermo per i tre extracomunitari. “Il provvedimento di fermo si basa su gravi indizi di reità”, ha commentato il capo della Squadra Mobile di Roma, Luigi Silipo.

In serata altre persone sono state interrogate in questura: a quanto si apprende non sarebbero sospettate, ma informate dei fatti. Sul caso è intervenuto anche il premier Giuseppe Conte: “sono vicino – ha detto – ai genitori di Desiree per questa tragedia: sono un padre anche io, non oso immaginare cosa si possa provare a perdere in questo modo una figlia. Lo dico come autorità di Governo, non possiamo tollerare che all’interno del tessuto urbano si creino degli spazi, dei luoghi, sospesi dalle regole giuridiche”.

LA FIACCOLATA. E stasera a San Lorenzo è stata organizzata una fiaccolata in memoria di Desirée, mentre in mattinata nelle strade del quartiere son entrate in azione delle ronde. “Ci occupiamo – spiega uno dei componenti – di difendere gli abitanti del quartiere e lo facciamo da 5/6 anni”. La sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha deciso di proclamare una giornata di lutto cittadino in concomitanza con i funerali della ragazza.

LUTTO CITTADINO. La Sindaca di Roma Virginia Raggi, a quanto si apprende, ha deciso di proclamare una giornata di lutto cittadino in concomitanza con i funerali di Desirée Mariottini.

QUARTIERE PARTE CIVILE.  «Ci costituiremo parte civile nel processo contro coloro che hanno ucciso Desiree Mariottini». Lo ha annunciato Chiara Simeoni del Comitato di quartiere San Lorenzo. «Lo possiamo fare – ha spiegato – perché già da parecchio tempo abbiamo costituito anche un’associazione».

LA FAMIGLIA INVOCA IL SILENZIO. «La famiglia di Desiree chiede il silenzio stampa». Così l’avvocato della famiglia di Desiree Mariottini, Valerio Masci, alla trasmissione Rai Storie Italiane. «Desirée la conoscevo. Non la descrivo come l’hanno descritta alcuni giornalisti. Era una ragazza normale di sedici anni. Una ragazza molto ingenua. Magari, nell’ultimo periodo, poteva essere un po’ più esuberante, ma parlare di problemi così seri di droga, sinceramente, non me la sento proprio. Qualche piccolo cambiamento nell’ultimo periodo, nell’ultimo mese, c’era stato senza ombra di dubbio. Era molto più nervosa, un po’ più schiva: non era più precisa e puntuale», spiega Masci. «Io, insieme ai genitori, alla mamma, vogliamo il silenzio stampa. Vogliamo trattenere il nostro dolore. Occorre il rispetto della famiglia. Se vogliamo bene a Desirée e alla famiglia di Desirée lasciamoli in pace», ha concluso.

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