Blue Whale a Latina, indaga la polizia postale. Nessuna smentita

Indaga la polizia postale sui casi di adescamento ai danni di due bambine di 10 anni, una delle quali è stata inserita in un gruppo whatsapp dedicato al cosiddetto Blue Whale Challenge, il “gioco del suicidio”. La notizia, pubblicata in esclusiva ieri dal Messaggero, è confermata oggi dallo stesso quotidiano.
L’indagine per adesso è affidata alla Procura di Latina ma potrebbe essere coinvolta la Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, competente per questo genere di reati. Nessuna bufala come qualcuno ha scritto sul web, riferendosi a inesistenti smentite da parte delle forze dell’ordine, un episodio grave sul quale sono in corso degli accertamenti.
La vicenda è delicata. Una bambina di 10 anni che frequenta la quinta elementare si è rivolta alla mamma, martedì, dicendole che era stata inserita in un gruppo intitolato “Balena Blu”. La madre ha verificato il telefono della figlia scoprendo che era tutto vero, nel gruppo c’era un “tutor” che diffondeva indicazioni sulle regole del “gioco” basato sull’autolesionismo, spiegando cosa avrebbero dovuto fare i partecipanti, giorno dopo giorno, fino alla folle conclusione con il suicidio del partecipante.
Più o meno quanto descritto nel famoso servizio delle Iene, anche se in realtà il “gioco del suicidio” è noto da anni, specialmente negli ambienti che monitorano fenomeni di questo genere. Al di là dell’origine, resta il fatto che qualcuno contatta minorenni attraverso applicazioni, gruppi whatsapp e social network, anche in Italia, con finalità da verificare senza nessun tipo di sottovalutazione. Senza escludere nessuna ipotesi.
Del caso di Latina si sta occupando anche il Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza. La mamma che ha denunciato l’adescamento aveva partecipato a uno dei recenti incontri organizzati dalla Questura di Latina nelle scuole per sensibilizzare i ragazzi e i genitori all’uso del web dei social media. «Trattandosi di un tema particolarmente importante – spiega il Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Lazio Jacopo Marzetti – è mia intenzione costituire una commissione tecnica composta da esperti – tra cui magistrati, psicologi e sociologi – che abbia come obiettivo lo studio dei nuovi fenomeni che mettono in pericolo la sicurezza in rete di bambini e ragazzi e l’individuazione di opportune misure di contrasto che ne impediscano la diffusione».
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