Indiano ucciso, il pirata rischia 18 anni di carcere. Selfie in auto prima dell’incidente

20/04/2017 di


Rischia 18 anni di carcere il 23enne di Sezze che nel giorno di Pasquetta ha investito e ucciso un indiano in bicicletta sulla Pontina. Il ragazzo è disperato e ieri, davanti al giudice Giuseppe Cario, ha raccontato la sua versione dei fatti: sostiene di non essersi accorto di aver investito un uomo, pensava che un sasso avesse colpito il parabrezza della sua auto. Ha aggiunto che non voleva fuggire ma di aver accostato appena possibile, uscendo dalla Pontina per poi chiamare i genitori.

In base alla nuova legge sull’omicidio stradale il giovane rischiano fino a 18 anni di carcere, con una pena minima di 5 anni. Ma il caso si complica ulteriormente perché nel telefono del giovane, sequestrato dalla polizia, è spuntato un selfie scattato in auto con gli amici più o meno all’orario dell’incidente. Il ragazzo inoltre aveva un livello di alcol superiore al consentito.

Sinuhe Luccone

«E’ uno studente modello – spiega il suo avvocato, Sinuhe Luccone – che si sta per laureare a pieni voti in ingegneria aerospaziale, è incensurato e non guida praticamente mai, vicendo a Roma per seguire le lezioni. Purtroppo quel giorno, dopo aver bevuto due bicchieri di vino, ha investito il ciclista senza rendersi neppure conto di aver travolto una persona, pensava si trattasse di un sasso che aveva colpito il parabrezza».

Secondo il suo legale non c’è stato nessun tentativo di fuga, il giovane avrebbe accostato più avanti perché la Pontina era molto trafficata e non poteva fermarsi prima. Dietro la sua auto c’era quella di altri amici che lo avrebbero chiamato al telefono per dirgli che aveva investito un uomo, un particolare che, se confermato, aggraverebbe la sua posizione.

L’inchiesta è in mano al sostituto procuratore Simona Gentile che sta valutando le responsabilità di ognuno. Intanto l’avvocato si rivolgerà al Riesame, per adesso il giovane è ai domiciliari a Sezze ma il legale sta chiedendo l’autorizzazione per seguire le lezioni all’università in modo da non compromettere il percorso di studi.