Destagionalizzazione, Consiglio “spaccato”. Dallo spettro Bolkestein ai vincoli urbanistici, ecco gli ostacoli che (forse) renderanno vano il provvedimento

Sono le 23.19 quando il presidente del Consiglio Comunale Oliver Tassi dichiara l’approvazione dell’ordine del giorno che sancisce la fine dei lavori. Lo scenario è un’aula semideserta, orfana dei consiglieri di minoranza che avevano lasciato i propri i banchi, non partecipando al voto finale. Epilogo di una seduta, quella di ieri – dopo le frizioni del Consiglio culminate nell’abbandono dell’Assise da parte dei consiglieri di minoranza e che hanno portato alla sospensione e al conseguente – durata quasi sei ore e scandita da un lungo ed estenuante botta e risposta da un lato all’altro del Consiglio.
Nonostante un’Assise spaccata a metà, la proposta di delibera n.620 come atto di indirizzo per la destagionalizzazione dell’offerta turistica del demanio marittimo è stata approvata a maggioranza, ma molto difficilmente riuscirà ad avere l’effetto sperato. Le possibilità che gli stabilimenti possano restare aperti anche oltre il termine della stagione estiva, ovvero il 30 ottobre, sono minime. “Ma questo lo sapevano anche i muri” ha confesso il capogruppo di Lbc Dario Bellini, parole che offrono una stima di quanto sia complicato condurre in porto questa operazione. Siamo arrivati alla scadenza per predisporre l’indirizzo politico volto a dare mandato agli uffici tecnici di riferimento di recepire il regolamento regionale, utilizzando l’aggiramento offerto dall’articolo 18 del suddetto documento che prevede la possibilità di intervenire anche “nelle more di approvazione del Pua”.
Da quello che è emerso ieri, tuttavia, l’ostacolo non sarebbe rappresentato solamente l’assenza di un Pua aggiornato, la cui variante di adeguamento, tra l’altro, è stata giudicata inadatta e incompleta da diversi organi competenti in materia ambientale e che è stata rinviata a Vas. Ad imbrigliare ancor di più la questione, come se già non lo fosse abbastanza, ci sarebbero altri tre nodi difficili da sciogliere nell’immediato: il problema dei contenziosi in atto dei titolari delle concessioni sul litorale contro l’applicazione della direttiva Bolkestein; il carattere troppo tecnico della delibera che potrebbe creare delle complicazioni nel lavoro degli uffici tecnici; ma soprattutto i vincoli di inedificabilità presenti nel PPE della Marina non by-passabili tramite un nuovo Pua.

I consiglieri di opposizione in aula consiliare
La prima “minaccia” arriva dall’Europa: lo spettro Bolkestein è piombato anche sulle concessioni di chioschi e stabilimenti
Dopo i silenzi nel Consiglio dell’altro ieri sulla richiesta di parere all’Avvocatura,- da cui è nata la protesta della minoranza tradotta nell’appello al Prefetto riguardo un rischio “inagibilità” dell’Assise massima – si è fatta chiarezza sulla questione: la richiesta è stata inoltrata dalla Segreteria Generale lo scorso 14 settembre, pertanto, come sottolineato dal Segretario-Direttore del Comune Rosa Iovinella, non si tratta di una riservata personale del Segretario Generale. La procedura sarebbe dunque legittima. Resta il fatto che tale decisione della Segreteria non è stata esplicitata nelle Commissioni competenti, costringendo i commissari a discutere su un testo che non sarebbe stato compatibile con un’eventuale richiesta di modifica o integrazione da parte dell’Avvocatura,che puntialemente è arrivata . Ed è su questo punto che ha fatto leva l’opposizione capeggiata nella querelle da Nicola Calandrini.
Ma qual’era il punto specifico su cui l’ente che affianca il Comune in materia giuridica doveva esporsi? Il riferimento è ad un’imposizione normativa che rischia di mietere molte vittime, quella della cosiddetta Direttiva Bolkestein sulla liberalizzazione del mercato europeo comune, presentata nel 2004 dalla Commissione Europea – l’organo esecutivo dell’UE allora presieduto da Romano Prodi – e approvata nel 2006. Gli indirizzi arrivati da Bruxelles, recepiti dall’Italia a metà del 2010 e che hanno scatenato un’accesa battaglia portata avanti dagli ambulanti, riguardano anche le concessioni demaniali marittime. Prima dell’entrata in vigore della Direttiva Bolkestein, la disciplina nazionale prevedeva che, al momento del rinnovo delle concessioni per l’installazione delle strutture amovibili, venisse data la precedenza ai titolari uscenti che ne facevano richiesta. La direttiva non solo elimina tale rapporto di favoritismo nell’assegnazione dei titoli concessori, ma va dà anche la possibilità ad operatori di altri Paesi Ue di partecipare ai relativi bandi pubblici, minando la già aspra concorrenza interna. Per questo motivo che la proroga automatica fino al 2020 delle concessioni già in essere alla data del 30 dicembre 2009 ed in scadenza il 31 dicembre 2015, scattata grazie al decreto legge n.179 del 2012, andrebbe a cozzare con i dettami di uno degli atti più discussi della storia recente dell’istituzione comunitaria. È stata proprio la Corte di Giustizia Europea a ricordarcelo nella sentenza dello scorso 14 luglio. Da cui sono partiti i ricorsi al Tar, il quale, come annunciato dal consigliere di Lbc Ernesto Coletta, si pronuncerà a metà dicembre.
Una proposta intrisa di tecnicismi. L’opposizione: una delibera inutile, qui si stanno prendendo in giro i cittadini
È per questo motivo che l’Avvocatura comunale si è espressa in maniera netta in direzione di una modifica della proposta di delibera. Istanza da cui è scaturito l’emendamento a forma congiunta presentato da Dario Bellini ed Ernesto Coletta. Emendamento che secondo Coletta andava a semplificare la procedura, mentre per le opposizione non fa altro che complicare ulteriormente il lavoro degli uffici, in quanto pieno di “inutili tecnicismi”.
Il primo a farlo notare è stato il capogruppo del Pd Enrico Forte: “La delibera così come è impostata non produce effetti né a breve, né a medio, né a lungo termine – ha sentenziato –, per l’80% questo è un atto di Giunta. Sono costretto a constatare che non c’è un metodo. Dovete cambiare questo libro? E cambiatelo”, ha aggiunto. Secondo l’opposizione il testo della delibera avrebbe dovuto solamente contenere gli indirizzi politici e non una serie artifici tecnici come è invece è stata impostata dalla maggioranza. Sulla stessa linea le dichiarazioni di Giorgio Ialongo: “Ci siamo imbattuti nell’apatia di questa maggioranza che ha prodotto un documento pieno di tecnicismi inutili che non permetteranno il raggiungimento degli obiettivi. Dure anche le parole della forzista Giovanna Miele, che insieme a Ialongo è stata il consigliere proponente della mozione al riguardo: “Non ci sarà una destagionalizzazione domani, così come non ci sarà l’anno prossimo. On abbiamo prodotto un indirizzo, ma una lista della spesa”. “Qui si stanno prendendo in giro i cittadini”, è stata invece la stoccata di Massimiliano Carnevale.

La consigliera di Forza Italia Giovanna Miele
Il problema di fondo della pianificazione urbanistica: quei vincoli di inedificabilità che renderebbero l’operazione vana
Ma la questione fondamentale sembra averla sollevata Nicola Calandrini e riguarda i vincoli di inedificabilità presenti nel PPE Maria di Latina datato 1977. Problema sollevato da Nicola Calandrini che, dopo essere tornato sull’abbandono dell’aula consiliare nella precedente seduta – “Non c’è certezza del diritto, si gioca su più tavoli e a carte coperte per mettere fuorigioco l’opposizione” – lancia l’affondo su una tema che appare tutt’altro che secondario, e che potrebbe rappresentare l’ostacolo principale. “L’assessore fa i voli pindarici ma la verità non la dice – denuncia il capogruppo di Fratelli d’Italia – Se non modifichiamo il PPE Marina di Latina non si può fare nulla”. La proposta di Calandrini è quella di inserire un emendamento che specifichi questo punto fondamentale, specificando nel testo la volontà dell’amministrazione di procedure con una variante a tale strumento urbanistico. In effetti, spulciando le Norme Tecniche di Attuazione del PPE, all’articolo 17 riguardante l’arenile pubblico si legge: “In questa zona si prevede vincolo di inedificabilità e demolizione del costruito esistente. È consentita soltanto l’edificazione di quelle opere atte alla salvaguarda delle coste, quali pontili, frangifrutti, scogliere,ecc. “ Anche se però in questo caso non si parla di strutture fisse, ma che devono essere smontate al termine delle concessioni.
Insomma una materia complessa e ingarbugliata, resa ancor più inaccessibile al Consiglio dall’astensione dalla discussione dell’assessore Giulio Capirci, delegato al Demanio Marittimo sollecitato più volte dalla minoranza a prendere parola, richiesta rimasta inevasa. Ma anche dall’assenza dell’Assessore all’Urbanistica Gianfranco Buttarelli – che nel frattempo pare stia procedendo con l’aggiornamento del Pua già inviato in Regione al fine della redazione della Vas – che non ha potuto rendere edotta l’Assise sugli aspetti urbanistici da considerare e sulle eventuali limitazioni imposte dal PPE. Non è stata nemmeno convocata una commissione Urbanistica sul tema, pertanto si è praticamente all’oscuro se il nodo scaturito dalla pianificazione territoriale possa realmente frapporsi nel recepimento della normativa. “Come facciamo a votare se non conosciamo le risposte?”, ha tuonato Giovanna Miele. Ed è questa, aldilà delle criticità riservate da quella che è stata una corsa contro il tempo verso un obiettivo neanche preso in considerazione poco più di un mese fa. Non si è probabilmente persa solo l’occasione per rilanciare il litorale, ma di dare anche un’impostazione netta e definita ad un’azione politica, quella della maggioranza, che ad oggi (nonostante la pesante eredità nella materia specifica lasciata dalle precedenti amministrazioni) lascia adito a più di qualche dubbio.
escono da 30 anni di immobilismo e ora che sono all’opposizione guarda caso hanno la soluzione loro e criticano la maggioaranza…devono stare a cuccia! ah…100 milioni di euro di danno erariale…non lo dimentichiamo…
Ma non ho capito… sono stati fino a ieri a RUBARE, e ora che gli hanno tolto il piatto da sotto le mani hanno tutte le soluzioni per tutto? E mentre erano in maggioranza perché non le hanno applicate invece di RUBARE?
VERGOGNA! Questo è ostruzionismo bello e buono! Dimettetevi parassiti!
Certo vedere un opposizione unita da gente come Forte, Calvi e Calnadrino ce vuole un coraggio…