Simeone contro Zingaretti: Ospedali pontini vicini alla chiusura

18/04/2016 di
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ospedale-fondi«È trascorso un anno esatto dalla manifestazione dei cittadini pontini sotto la Regione Lazio. 365 giorni dall’incontro con il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Dodici mesi dalle sue rassicurazioni con cui affermava che gli ospedali della provincia di Latina sarebbero stati oggetto di interventi mirati al loro efficientamento. Oggi siamo costretti a constatare che era solo fumo. Tanto che l’ospedale di Fondi rischia la soppressione e a maggio la chirurgia, già diventata l’ombra di se stessa, con l’eliminazione del day surgery e per mancanza di anestesisti chiuderà». Lo dichiara in una nota il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Simeone.

«In questo modo – spiega Simeone – la provincia di Latina perderà l’ennesimo pilastro di un sistema sanitario che ha più falle che punti di forza mentre il presidente Zingaretti e tutto il centrosinistra dicono che va tutto bene. Vorremmo sapere come si intende garantire assistenza e diritto alla cura ai cittadini con un ospedale, quello di Fondi appunto, inesistente, con quello di Formia che non può svolgere il ruolo di emergenza urgenza a cui è deputato perché la cardiologia non ha medici, quelli in pensione non sono stati sostituiti, il servizio di emodinamica non è ancora operativo h24, ma funziona solo dalle 8 alle 16 dal lunedì al venerdì e la rianimazione è al collasso per assenza di anestesisti. Al Fiorini di Terracina, che assorbe in parte il depotenziamento del San Giovanni di Dio di Fondi, il primario di chirurgia non è stato ancora nominato, l’ortopedia è allo stremo e il personale sottodimensionato. Il tutto con la stagione estiva che si avvicina e i cittadini che corrono a Roma. Al Santa Maria Goretti di Latina lo schema è lo stesso con l’aggravante che questo ospedale un anno fa doveva essere trasformato in Dea di II livello ma non ha spazi né tanto meno medici, infermieri e tecnici in grado di assicurarne l’operatività. Elementi di cui si sono accorti il personale e i pazienti ma non il senatore Moscardelli che si è limitato, evidentemente, a leggere il decreto senza assicurarsi se lo stesso avesse trovato concreta attuazione. Il nodo da affrontare era e resta sempre lo stesso. Quello delle tanto decantate assunzioni in deroga allo sblocco del turn over di cui non abbiamo visto alcuna traccia. I nostri ospedali chiudono. Le corsie sono scoperte per mancanza di medici ed infermieri ed eccesso di precari in reparti cruciali quali la rianimazione, la cardiologia, i pronto soccorso e la chirurgia. Ma Zingaretti e tutto il Pd continuano a voler fare le nozze con i fichi secchi. Un ospedale, anche il migliore, non può erogare servizi se non ha personale per farlo. E su questo continuiamo a chiedere ragione al presidente della Regione e ai suoi sodali. È su questo che avremmo voluto conoscere la posizione del consigliere Forte. E lo vorremmo sapere da chi, partendo da Zingaretti, ignora non tanto noi ma i cittadini, da chi come il senatore Moscardelli solleva il problema del direttore generale della Asl di Latina dimenticando che è la sua parte politica ad aver scelto qualcuno che ha fatto della nostra provincia il trampolino di lancio per le proprie ambizioni personali».

«La inqualificabile azione di depotenziamento della sanità pontina – aggiunge – ha un nome e cognome. Quello di Zingaretti, di tutto il Pd e, visto che si è chiamato in causa, anche di Claudio Moscardelli. Non capisco poi perché ad osservazioni riguardanti il consigliere regionale Forte risponda prima la collega Giancola e poi il suo senatore. Al contrario, e in attesa dell’epifania di Forte ma fremente per sapere chi risponderà questa volta, invito per l’ennesima volta Zingaretti e Moscardelli che negano l’evidenza a fare con noi un giro per gli ospedali di Latina e provincia, a verificare se il personale è adeguato, i servizi assicurati h24, i posti letto sufficienti. Perché noi, fuori da qualsiasi retorica, la faccia ce la mettiamo sempre».