Pd, Galante si presenta: Sogno una Latina dove si vive bene


«Latina città del vivere bene. La penso come una città dove si vive bene, – spiega Galante – una città del benessere. Latina è nata per una sfida alla natura, è cresciuta per caparbietà di migliorare, ed oggi è un posto dove chi ci vive ci può stare, appunto, bene. Abbiamo un parco nazionale, quello del Circeo, un parco sul mare, abbiamo una rete di canali che innervano una campagna pulitissima salvata dal cemento, ci sono parchi urbani che portano la natura in ogni angolo urbanizzato, i Monti Lepini con una natura intatta sono a 10 minuti di auto, i giardini di Ninfa ne sono la porta. Partiamo da qui, da una ricostruzione verde dello stare bene».
«Latina città della salute. Mangiare bene – sottolinea – non è una azione legata solo al gusto. È filiera di qualità della vita. Da noi significa esaltare le eccellenze di una agricoltura che è leader nel Lazio (siamo i primi per ricchezza prodotta nella regione e noni in Italia) con prodotti d’eccellenza dai vini, con Dop e Igp, al carciofo romanesco, al sedano, alle carote, alla produzione di latte e prodotti caseari».
E poi ancora «Latina città dei giovani. Nel paese più vecchio del continente e di tutto il mondo, siamo la città più giovane. Città del benessere è quindi città che dà opportunità ai giovani valorizzandoli. Penso a coinvolgere ogni ragazzo di questa città a essere non anonimo, ma protagonista».
Tra i punti anche Latina città dell’innovazione e Latina città della fantasia: «Siamo nati per poesia futurista, per pittura “aerea”, siamo destinati a rilanciare: investire sul teatro – spiega – dare opportunità alle centinaia di esperienze artistiche nate spontaneamente, cresciute per volontà, per cultura popolare, per piacere . Una cultura che tenga conto delle “passioni” e si integri con offerte di livello: Casa della Musica, Fondazione Campus, Conservatorio, Liceo Musicale. Tutto per restare nell’offerta musicale. Il Palazzo della Cultura è centro di un sistema che si diffonde in tutta la città, senza preclusioni».
E ancora «Tutela delle lingue, dal veneto friulano, alle lingue autoctone, per quella unica esperienza umana che è Latina città accogliente. Integrandoci con progetti che richiamino e coinvolgano le regioni di origine (Veneto, Friuli, Emilia Romagna). Valorizzazione delle immigrazioni Istriano-Dalmate, degli italiani di Libia e Tunisia».
E infine Latina città riconoscente. “La famiglia Porfiri ha donato alla città un polo ospedaliero, è un modello che dobbiamo essere in grado di valorizzare con quei cittadini comuni che intendono «investire» nella riconoscenza alla loro città. Incentivare chi vuole donare, perché il dono è «contagioso», è un modello di un nuovo modo di stare insieme, che non si chiude in egoismi ma diventa generoso. Noi siamo stati precursori, il modello Porfiri è un esempio di «amore» che dobbiamo esaltare. Penso a cittadini che «adottano» il teatro, musei, pezzi di città. Una Latina dei giusti, perché Latina è città dei cittadini”.
Be’ ma allora…….sei proprio bravo, ma dove stavi?……..a saperlo prima ci evitavamo tutti stì problemi!