Premiate le detenute-artiste del carcere di Latina

17/04/2015 di
carcere_latina_67t5d76d5454

carcere-latina-ytr652ew4w2wsUna vittoria artistica, oltre che umana, quella del gruppo “Le Donne di Via Aspromonte” composto da alcune detenute del carcere di Latina, formatosi in occasione della  terza edizione della  “Biennale di Arte Contemporanea Città di Latina – premio Sergio Ban 2014” e premiato, lo scorso 16 aprile, dall’assessore alla Pubblica Istruzione e Cultura Marilena Sovrani.

Ognuna della componenti ha infatti ricevuto un riconoscimento per le opere, raccolte sotto il titolo “Frammenti di tempo”, realizzate per la Biennale e frutto, oltre che di talento e passione, della partecipazione ad un corso di arte tenuto dalle artiste Giuliana Bocconcello (presidente di Solidarte e ideatrice della Biennale) e Gaetana De Longis, dall’art director Michele Catalano e dalla giornalista Serena Nogarotto.

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Marilena Sovrani

Durante la giornata, l’Assessore Sovrani ha presentato un nuovo progetto da avviare nel carcere di Latina, – in collaborazione con Solidarte – dal titolo “StellaMaris”, cui parteciperà, con grande entusiasmo, lo stesso gruppo premiato. Questa volta, ad essere realizzate saranno delle stelle in ceramica e terracotta da offrire al pubblico, nel mese di agosto, per contribuire al sostegno delle varie realtà coinvolte nelle iniziative solidali e artistiche (chiesa Stella Maris, Casa Circondariale, Associazione Diaphorà).

“Il nuovo progetto avrà la durata di due mesi (giugno- luglio) e riguarderà la realizzazione delle ‘StelleMaris in terracotta’. Una collaborazione che vedrà ‘Le Donne di Via Aspromonte’ partecipi nella preparazione dei particolari manufatti in argilla nello spazio adibito a laboratorio d’arte all’interno del carcere, che saranno poi ultimati nella sede dei D.A.D. i Diversamente Artisti della Diaphorà” ha dichiarato l’Assessore Sovrani.

“E’ stata un’esperienza piacevole e di confronto che mi ha permesso di affrontare tematiche legate alla cultura, alla famiglia, all’educazione dei bambini ma anche un confronto su come viene percepito dal mondo esterno la realtà della Casa Circondariale. Si tratta poi di un’opportunità di riscatto personale e una modalità alternativa per reintegrarsi nella società”.