Latina, dibattito al Liceo Grassi con il Centro Donna Lilith

09/04/2015 di
manifesto

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Martedì, 14 aprile alle ore 10 presso il liceo Scientifico “G.B Grassi” di Latina, il Gruppo di Letteratura del Centro Donna Lilith  dedicherà una mattinata di studi al tema “Colonialismo italiano, diaspora e identità culturale attraverso le narrazioni delle donne” .

Parteciperanno al dibattito gli studenti del quinto anno dei licei scientifici “G.B. Grassi”, “Ettore Majorana” e del liceo “A. Manzoni” di Latina. Il colonialismo è stato per secoli la principale direttiva di politica estera, dell’Europa e, in tempi moderni, degli Stati Uniti d’America. Direttiva mirante all’accaparramento di territori ricchi di materie prime e manodopera quasi a costo zero. La letteratura, ancor prima dell’informazione e della saggistica, ha evocato a sé la narrazione dei drammi umani, la testimonianza del dolore, dei soprusi, della  gratuita e  barbara crudeltà di cui le donne sono state le vittime maggiori. La realtà è sotto gli occhi di tutti: a cambiare sono solo le sigle, le bandiere, le denominazioni geografiche ma la storia e le storie rimangono spaventosamente uguali, ieri come oggi.

La giornata di studio promossa dal Gruppo di Lettura del Centro Donna Lilith di Latina vuole rappresentare un momento di riflessione, una finestra aperta sul tema. Le guide nel percorso di questo tema saranno le scrittrici Igiaba Scego e Gabriella Kuruvilla, la regista Pina Mandolfo e il fotografo Rino Bianchi.

LocandinaNel corso della mattinata, partendo da un punto di vista femminile, si rifletterà sulle migrazioni, sul passato coloniale italiano e i suoi legami/rimozioni con il presente, e sulle non facili condizioni di vita in Italia delle persone che hanno la “fortuna” di essere portatrici di più culture.

Tra le varie opere presentate, il docufilm di Pina Mandolfo e Maria Grazia Lo Cicero “Orizzonti mediterranei. Storie di migrazioni e di violenze” grazie al quale sarà possibile entrare in contatto con il calvario di chi fugge da luoghi di povertà e di guerra, luoghi in cui la violazione dei diritti umani è la norma. Il film contiene interviste e immagini di repertorio con cui le registe hanno “voluto dare voce agli ultimi del mondo. Uomini e donne, per i quali e per le quali le parole ‘diritti umani’ e ‘cittadinanza’ perdono di significato”. L’ingresso è libero.