Liceo Manzoni, i ragazzi (millennials) realizzano una ricerca sulla biblioteca di Ventotene
Si è svolta sabato mattina 11 maggio presso il Liceo Manzoni di Latina la presentazione ufficiale del quaderno “La Biblioteca Maovaz di Ventotene” a cura del Laboratorio storico della scuola, frutto della collaborazione tra il liceo, l’Archivio di Stato di Latina e la Atlantide editore.
All’appuntamento sono intervenuti la dirigente del liceo, Paola Di Veroli, in rappresentanza dell’Archivio di Stato di Latina la d.ssa Marta Pennacchi e il vice direttore dell’Istituto Spinelli Mario Leone. Insieme agli studenti presenti si è discusso del confino politico durante il fascismo, del ruolo di Ventotene e soprattutto dell’importanza dello studio della storia e della sua difesa.
Il laboratorio coordinato da Dario Petti e dalle docenti Maria Forte, Giusi Bianchini e Patrizia Di Trapano, ha visto la partecipazione di dieci studenti: Aurora Caterina Moretto, Eleonora D’Alisera, Emanuele Ciotti, Sara Bruni, Cassandra Severin, Francesca Loffredo, Marika Gnani, Natasha Pinti, Carlo Marocco e Georgiana Savut. Tutti nati nell’anno 2000 e abitanti in diversi comuni della provincia di Latina.
Come riportato nella introduzione al libello intitolata “Un gruppo di millennials in archivio” i ragazzi “Per la prima volta hanno messo piede in un archivio storico, luogo lontanissimo dalla loro vita quotidiana, dalle loro abitudini, hanno ricevuto i primi rudimenti su cosa sia e a cosa serva questo luogo un po’ misterioso ma così prezioso per la nostra memoria collettiva. In uno stretto arco di tempo si sono misurati con una ricerca storica, con l’indagine sulle fonti bibliografiche e d’archivio, con una visita sul campo, Ventotene e con la narrazione scritta. Hanno visitato e appreso la funzione dei più importanti istituti di conservazione sia del loro territorio, l’Archivio di Stato di Latina, sia sul piano nazionale l’Archivio Centrale dello Stato. […].
Oggetto della ricerca la Biblioteca dei confinati politici di Ventotene, alcuni anni fa rinata come Biblioteca comunale su decisione dell’amministrazione dell’isola e intitolata a Mario Maovaz, antifascista triestino che durante gli anni del confino ne era stato il principale direttore, torturato e ucciso il 28 aprile del 1945 a Trieste dai soldati nazisti. Tale scelta si è innestata nel cuore di alcune delle attività progettuali del Liceo “Manzoni”, diventandone il polo di convergenza. Intorno ad esso, infatti, ha avuto modo di concretizzarsi una visione complessa di Scuola, grazie all’intersezione del Progetto Europa, del Laboratorio di Storia, dell’Alternanza Scuola-Lavoro, fino all’azione del Programma Operativo Nazionale per le biblioteche scolastiche innovative”.
Il volume di 64 pagine reca sulla IV di copertina una riflessione di uno dei ragazzi coinvolti, Carlo Marocco: “La storia è più vicina di quanto possiamo immaginare. Lì fuori è pieno di storia. Storia che aspetta di essere scoperta. Siamo abituati a studiarla sui libri o a leggerla su internet, ma c’è una parte di essa, forse la più vicina a noi, che ancora ci sfugge”. Parole che danno il senso della riuscita dell’esperimento portato avanti dal Liceo Manzoni proprio in un momento in cui migliaia di storici, docenti e intellettuali italiani hanno sottoscritto l’appello a difesa dello studio della storia sottolineandone l’importanza civile, nella vita quotidiana.
Come conclude l’introduzione al volume “Se questo piccolo laboratorio avesse solo accorciato le distanze tra la Storia, la conoscenza del passato, e un gruppo di giovanissimi millennials, disposti a lasciare per un paio d’ore il cellulare in un armadietto, e a studiare attraverso le carte d’archivio la vita di chi li ha preceduti, avrebbe ottenuto un importante risultato educativo, culturale e civile, realizzando il principale scopo del suo sorgere”.
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