Scambio di embrioni, il giudice: i bambini sono della madre che li partorisce

09/08/2014 di
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parto_neonato_latina_generica_89434Sono nati la notte del 3 agosto, nell’ospedale dell’Aquila, dopo un travaglio di poche ore. Inconsapevoli di essere al centro di un clamoroso caso etico e giudiziario. Stanno bene i gemelli «dello scambio di embrioni», la loro nascita, prevista per il 12 agosto, è arrivata in anticipo così come la conseguente iscrizione all’anagrafe. Una svolta, forse inaspettata, che si aggiunge alla decisione del giudice di respingere l’istanza presentata dai genitori biologici.

Nel provvedimento di 16 pagine il giudice, Silvia Albano, scrive che il caso non è «suscettibile di ricorso alla corte costituzionale» in quanto «contrastante con gli interessi dei minori alla stabilità del loro status e con il loro diritto a vivere – è detto nel provvedimento – con quella che è la loro famiglia, secondo l’ordinamento vigente».

Il giudice ribadisce che nel «nostro ordinamento i figli sono della madre che li partorisce». Per quanto riguarda la posizione del padre il giudice scrive che «nel caso in cui la donna, gestante, dichiari nell’atto di nascita il figlio come nato durante il matrimonio il marito ne diviene il padre legale». Resta per il giudice il «dramma umano dei genitori genetici che si erano rivolti all’ospedale per trovare soddisfazione al loro diritto alla procreazione e a formare una famiglia che potrà trovare tutela solo risarcitoria».

Si tratta quindi di un passaggio forse determinante nella guerra di carte bollate che non può non tenere conto dell’aspetto intimo, del vero dramma che le due coppie stanno vivendo in queste ore. «È una gioia a metà», hanno commentato i neogenitori ad un amico. Una sentimento forse strozzato dalla consapevolezza che la vicenda resta complessa e che il percorso, già prevedibilmente tortuoso, è solo all’inizio. Dall’altro lato i genitori biologici, la coppia che ha lo stesso Dna del bimbo e della bimba nati in Abruzzo, non possono fare altro che dichiarare la loro «gioia» per quanto avvenuto pur ammettendo che è forte il «dispiacere di non poterli abbracciare».

Il resto è questione di leggi, codici e dispute giudiziarie. Il giudice ha respinto il ricorso sia sull’iscrizione all’anagrafe che sulla presa in carico dei due bambini dopo il parto sollecitata dai genitori biologici che hanno saputo della nascita a poche ore dall’udienza in tribunale. Una udienza, durata circa un’ora, che si è consumata in un clima di apparente serenità. Nella stanza 115, al secondo piano del tribunale civile, le parti si sono confrontate ribadendo quanto avevano annunciato nei giorni scorsi. L’avvocato Nicolò Paoletti ha puntato sul fattore «Dna».

In sostanza i due bambini hanno il codice genetico della coppia da lui difesa e quindi ha auspicato una decisione che tuteli questo aspetto. Dal canto suo l’avvocato Michele Ambrosini, legale dei genitori che hanno partorito (accompagnato da due docenti specializzati nel diritto di famiglia), ha citando una serie di sentenze sostenendo che i figli sono della madre che li partorisce. Una udienza che è apparsa, comunque, superata dagli eventi da quanto avvenuto domenica notte in una clinica dell’Aquila. Una data spartiacque ma che sicuramente non pone la parola fine a questa vicenda anche in vista del maxirisarcimento danni che entrambe le coppie sono pronte a chiedere all’ospedale Pertini per quanto avvenuto il 4 dicembre di nove mesi fa. La vicenda che ha avuto una eco internazionale ha vissuto oggi una prima tappa significativa. La parola ora passa alle due coppie, spetterà a loro cercare di trovare un equilibrio che vada oltre le aule di un tribunale.