TIRRENIA, SINDACATI: GARANZIE O SCIOPERI

06/09/2010 di

Parte oggi il confronto governo-sindacati sul futuro della Tirrenia. È infatti in calendario l’incontro al ministero dei Trasporti per far luce sulle prospettive di privatizzazione della compagnia di navigazione. Tanti i nodi sul tappeto: dai livelli occupazionali alla proroga delle concessioni in scadenza, dal temuto ‘spezzatinò alla necessità che il sindacato venga coinvolto maggiormente nelle scelte. Su questi temi i sindacati dei trasporti si preparano a chiedere conto al governo, e dal cui esito potrebbero scattare nuove agitazioni. Al tavolo siederanno il ministro matteoli, i quattro sindacati di settore(Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uil-trasporti e Ugl trasporti), il commissario straordinario di Tirrenia Giancarlo D’Andrea e rappresentanti di altri ministeri competenti. A preoccupare i sindacati ci sono anche le nuove ipotesi per il futuro della compagnia che si sono profilate nelle ultime settimane, con il vice ministro dello sviluppo economico Stefano Saglia che ha parlato di unica soluzione ‘bad company’, sulla falsariga di Alitalia. Il ministro Matteoli ha rassicurato sulla volontà di cedere ‘senza spezzatinò l’azienda che conta su 1.646 lavoratori, un’esposizione debitoria di 646,6 milioni di euro e una liquidità di 18.506 euro, ed è stata da poco dichiarata insolvente dal Tribunale fallimentare. Proprio lo ‘spezzatinò è uno dei fronti su cui i sindacati chiederanno chiarimenti e rassicurazioni nell’incontro di domani: così come chiederanno garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali, sulla proroga delle convenzioni e sul coinvolgimento dei sindacati nei futuri passaggi della privatizzazione. La Uil trasporti, che aveva differito a data da destinarsi uno sciopero di due giorni che avrebbe lasciato a terra 15-20 mila turisti a fine agosto, ha già fatto sapere che revocherà lo stop solo se dall’incontro di domani arriveranno risposte concrete: ma se il quadro si presentasse «ancora confuso ed incerto», la risposta del sindacato non si farà attendere. Anche l’Orsa marittimi della Tirrenia, che aveva aderito allo sciopero di fine agosto insieme a Federmar Cisal, si è già detta pronta a bloccare i porti senza un serio impegno: i lavoratori dell’Orsa, insieme al senatore Idv Stefano Pedica, promettono che se non si arriverà ad un risultato che scongiuri lo ‘spezzatinò dall’indomani del 6 settembre verrà bloccato il servizio nei porti di tutto il Paese.