SU FACEBOOK DALLE ELEMENTARI, SOS DEI GENITORI

04/09/2010 di

Ma esiste un’età minima per attivare un profilo?
Qualcosa si muove da parte delle istituzioni e degli stessi sviluppatori dei social
network: fra queste, l’attivazione di un tasto «segnalazione di abusi» di facile uso
e immediatamente accessibile, che permetta agli utenti di segnalare con un click
contatti o comportamenti inappropriati; la classificazione automatica come ‘privatì
dei profili completi online e degli elenchi di contatti di utenti registrati come
minorenni; l’impossibilità di compiere ricerche sui profili privati di utenti minori,
su siti Internet o tramite motori di ricerca.

Ma questo è solo un aspetto della questione. L’altro, e ben più rilevante, è che

«non c’è niente di meno efficace di un divieto, specie per un adolescente. Entrare
nel profilo di un figlio è come sbirciare nel suo diario segreto – assicurano gli
specialisti dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù – In Rete soprattutto i ragazzi
esprimono emozioni, pensieri, gusti, affidando ai social network anche sfoghi
personali, ma che, nel proprio immaginario, devono restare preclusi alla sfera dei
genitori».

Un altro rischio è la «virtualizzazione del rapporto figlio-genitore –
avvertono ancora i neuropsichiatri – in cui si dialoga in rete ma si resta in
silenzio a tavola».

L’approccio migliore, spiegano, è la creazione di una relazione solida tra genitore
e figlio, «che permetta all’adolescente di affrontare ogni argomento, eventuali
ansie, paure e preoccupazioni derivanti da contatti e richieste giunte tramite
internet e i social network. Ciò significa – aggiungono – instaurare una rapporto di
fiducia tra genitore e figlio, che faccia sentire l’adolescente accolto e non
giudicato, in modo da consentire anche richieste di aiuto nella consapevolezza di
potersi sentire protetto e difeso dai propri genitori. E questo anche se si tratta di
dover riferire cose non piacevoli e da cui si viene normalmente messi in guardia».