LA TESI: INTERNET RIPROGRAMMA IL CERVELLO E RENDE SUPERFICIALI

01/09/2010 di

Superficiali, iperattivi, deconcentrati, smemorati: internet ci ha preso nella rete, modificando il nostro modo di pensare e di funzionare del nostro cervello, arenandoci in una modalità superficiale ed ‘esagitatà del pensare.


È la tesi dell’ultimo libro di Nicholas Carr, ‘The Shallows: How the Internet isChanging the Way We Think, Read and Remember’, che racconta come internet sta cambiando il nostro modo di pensare, leggere, ricordare, rendendoci superficiali. «Il modo in cui il web ci fornisce informazioni – dichiara Carr in un’intervista al magazine New Scientist – cattura soprattutto il lato più primitivo del nostro cervello».

Infatti i nostri antenati erano avvantaggiati dall’essere sempre allerta spostando rapidamente l’attenzione da una cosa all’altra. «Internet sta riportando il cervello a questa modalità di pensiero».

Vi siete mai trovati a leggere un libro accorgendovi di non riuscire a seguire il filo con attenzione, di distrarvi continuamente, senza riuscire ad abbandonarvi pienamente alla narrazione? Secondo Carr è colpa di internet e di come ci ha abituati a pensare.

È come se internet stesse riprogrammando il nostro cervello rendendo più attivi (o per meglio dire iperattivi) quei circuiti che ci servono per dare occhiate fugaci a una cosa e poi a un’altra, che ci rendono flessibili a cambiare subito pensiero o attività, che ci permettono di scorrere rapidamente, ma superficialmente, un libro o un documento.

In questo modo secondo Carr internet sta spegnendo i circuiti cerebrali della ‘profondita«, della concentrazione, del pensiero profondo e contemplativo. E dunque, sempre secondo Carr, ci abituiamo ad essere più superficiali e iperattivi e meno meditabondi. Vi sembra un bene? Non cadete nella rete, il pensiero profondo infatti è linfa vitale per la nostra creatività, per la capacità critica e la memoria a lungo termine.