A VENTOTENE BOOM DI PESCI, ORA SI FIDANO DELL’UOMO
Pochi e «malfidati»: fino a pochi anni fa erano così i pesci che popolavano il mare di Ventotene, la più piccola isola abitata delle Pontine, a largo delle coste a sud del Lazio. Poi nel 1997 è stata istituita la Riserva marina e dopo qualche anno, è arrivata un’esplosione di vita inaspettata. Mentre prima trovare una cernia era un evento raro, oggi in una singola immersione un sub può contarne anche una decina, tutte insieme. È quanto hanno osservato gli esperti del gruppo di Ecologia marina dell’Università La Sapienza di Roma, che hanno realizzato prima il progetto della riserva, poi hanno cominciato ad annotare i cambiamenti nel numero di individui delle diverse specie.
I ricercatori hanno effettuato un monitoraggio visivo (‘Visual census’), facendo diverse immersioni ripetute nel tempo e seguendo gli stessi percorsi, a varie profondità, fra i 10 e i 40 metri. «Per un periodo di tre, quattro anni – racconta Giandomenico Ardizzone, docente dell’Università La Sapienza – non si è osservato nulla di particolare. Poi hanno cominciato ad arrivare pesci in quantità, come cernie, ricciole, saraghi, corvine, che sapevamo presenti nella zona, ma in una quantità ridotta». Il punto è che il grande ritorno dei pesci è legato probabilmente anche al fatto che tanti animali non si sono più nascosti e sono usciti allo scoperto, perchè erano già lì. «Il caso di Ventotene – afferma l’esperto – dimostra un aumento di pesci in un lasso di tempo troppo breve per poter essere spiegato con i tempi biologici di ripopolamento. Il che significa che hanno capito di non temere pericoli dall’uomo e sono diventati più ‘amichevolì. Non solo la cernia, in genere timida e paurosa, ma tanti altri pesci hanno ripopolato il fondale, che prima era un deserto». Grazie alla riserva, nelle aree a tutela integrale c’è il divieto di pesca, sia sportiva sia professionale. La grande fortuna di Ventotene è che qui i pescatori si contano sulle dita di una mano e i dilettanti sono pochi, perchè gli abitanti hanno scelto di dedicarsi alla terra. «Una bella differenza con la vicina Ponza – spiega Ardizzone – dove storicamente gli abitanti sono da sempre tutti pescatori e si sono spinti fino alla Sicilia, alla Sardegna e al Nord Africa. E quando il prelievo è massiccio, il pesce impara subito a spostarsi altrove». Gli studiosi hanno infatti registrato la grande differenza fra la riserva marina di Ventotene e le vicine Ponza, Zannone e Palmarola, che un’area marina protetta non ce l’hanno. Ed evidentemente le regole della riserva a Ventotene vengono rispettate. «Hanno capito – aggiunge l’esperto – che non c’è bisogno di fare i bracconieri, perchè è l’area marina che attrae il turista, che guarda i pesci e poi riempie alberghi e ristoranti. A differenza di Ponza, dove il turista è più mondano che naturalista». Il fenomeno di ripopolamento avvenuto a Ventotene è stato osservato anche nelle piccolissime isole, disabitate, di Medas, a Nord di Barcellona. «Dopo l’istituzione dell’area protetta – afferma Ardizzone – si sono riempite di pesce e per un sub è come immergersi nell’Acquario di Genova».