GIANFRANCO PANNONE AL FESTIVAL DEL CINEMA DI VENEZIA

29/07/2010 di

“Ma che Storia” è il titolo del film del regista Pontino selezionato in concorso nella sezione “Controcampo” della prossima edizione della Mostra Internazionale del Festival del Cinema di Venezia, che si terrà nel capoluogo lagunale il prossimo mese di settembre. Il film, al quale ha collaborato per quanto riguarda la colonna sonora,  Ambrogio Sparagna, è stato realizzato  nell’ambito dei festeggiamenti dei 150 anni dell’unità d’Italia eda ha come tema Il Risorgimento in un racconto lungo 150 anni: gioie e dolori di un paese grande e complicato.

Gianfranco Pannone (nella foto) ha già iniziato le riprese di un nuovo  film/documentario ambientato nel territorio pontino dal titolo “Scorie in libertà” un’opera che intende affrontare la scelta nucleare nel nostro Paese, partendo dall’esperienza della centrale nucleare di Borgo Sabotino.

Chi è Gianfranco Pannone – E’ un regista italiano di documentari e autore di un lungometraggio di fiction, Io che amo solo te (2004). Dal 1991 al 1998 ha ideato e diretto una trilogia sul sogno americano in Italia: Piccola America, Lettere dall’America e L’America a Roma. Nel 1999, in collaborazione col produttore Carlo Cresto-Dina, ha realizzato Pomodori, viaggio nell’identità italiana. Nel 2007 con Paolo Santoni ha realizzato per Rai Tre la miniserie Cronisti di strada. Insegna al Dams dell’Università degli studi Roma Tre, alla Scuola Zelig di Bolzano ed alla Act Multimedia, Accademia del Cinema e Televisione, a Cinecittà in cui è il curatore del corso di Regia del Documentario. Dall’autunno del 2001 tiene una rubrica mensile sul portale del cinema documentario ildocumentario.it. Nel 2008 presenta al Festival internazionale del film di Locarno il documentario Il sol dell’avvenire, tratto da un libro di Giovanni Fasanella e Alberto Franceschini incentrato su alcuni esponenti delle Brigate Rosse . Il documentario determina polemiche con alcune associazioni di parenti delle vittime del terrorismo, nonché la reazione del ministro dei Beni Culturali del governo Berlusconi, Sandro Bondi secondo il quale il documentario avrebbe offeso «la memoria delle vittime del terrorismo». (fonte: Wikipedia)