CAMORRA, CASALESI: 17 ARRESTI E SEQUESTRO DI UN MILIARDO

12/07/2010 di

Diciassette ordinanze di custodia e il sequestro di beni per un valore stimato
in un miliardo di euro. L’operazione condotta oggi dai carabinieri rappresenta
l’ennesimo duro colpo al clan dei Casalesi.

Su richiesta dei pm della Dda di Napoli Antonello Ardituro e Marco Del Gaudio, i militari hanno sequestrato 138 appartamenti
in Campania e nel Lazio, 278 terreni in Campania, Sardegna, Puglia e Umbria, 54
società, 600 depositi bancari e postali e 235 auto e moto veicoli. Tra i destinatari
dei provvedimenti anche i latitanti Antonio Iovine e Nicola Schiavone, figlio del
boss Francesco Schiavone, soprannominato Sandokan. Le accuse contestate, a vario
titolo, vanno dall’associazione mafiosa, al riciclaggio e turbativa d’asta.
Le indagini hanno evidenziato evidenziato una ramificata infiltrazione della camorra
nel tessuto economico e soprattutto nel sistema degli appalti pubblici nel Casertano.
Tra gli arrestati figura anche Nicola Ferraro, ex consigliere regionale dell’Udeur –
già coinvolto in altre due inchieste su presunti illeciti di pubblica amministrazione
– che è accusato di 416 bis in quanto si sarebbe accordato, nella doppia veste di
imprenditore nel settore dei rifiuti ed esponente politico di rilievo regionale, con
gli esponenti apicali delle associazioni criminali egemoni nel Casertano e, in
particolare, con i reggenti dei gruppi Schiavone e Bidognetti. Secondo gli
inquirenti, l’ex consigliere regionale avrebbe ricevuto sostegno elettorale e,
assieme al fratello Luigi, a sua volta arrestato, un appoggio determinante per
l’affermazione delle loro aziende.
In cambio, avrebbero prestato la loro opera a favore del clan dei casalesi «per
agevolare – scrive il giudice – l’attribuzione di risorse pubbliche attraverso
l’aggiudicazione di appalti ad imprese compiacenti, nonchè per favorire il controllo
da parte del clan dello strategico settore economico dello smaltimento dei rifiuti».
Nell’inchiesta risulta indagato per turbativa d’asta il prefetto di Frosinone,
Paolino Maddaloni. Nei suoi confronti i pm avevano sollecitato l’arresto, ma il gip
Vincenzo Alabiso ha respinto la richiesta. Maddaloni è coinvolto nell’indagine su
presunte irregolarità nell’appalto delle centraline per il monitoraggio della qualità
dell’aria a Caserta, accusa che si riferisce agli anni scorsi quando il funzionario
rivestiva l’incarico di sub commissario prefettizio al comune di Caserta.
Il prefetto si è detto «sorpreso e amareggiato» e ha chiesto di essere interrogato
quanto prima dai magistrati.
Nell’indagine non si fa riferimento solo ad appalti: in cambio dell’appoggio
elettorale, politici della provincia di Caserta offrivano ai Casalesi ricompense di
ogni genere. Cosimo Cecere, consigliere Udeur di Marcianise, per esempio, si sdebitò
prodigandosi per far ottenere a Franco Froncillo, fratello dell’attuale collaboratore
di giustizia Michele, l’autorizzazione perchè un elicottero potesse atterrare in
paese durante i festeggiamenti del suo matrimonio. E nell’ordinanza spuntano anche le
rivelazioni di un collaboratore di giustizia, secondo il quale il sottosegretario
Nicola Cosentino sarebbe stato favorito dal gruppo Schiavone. Racconta il pentito
Raffaele Piccolo parlando a proposito delle tangenti imposte agli imprenditori:
«Anche Cosentino è stato favorito dal gruppo Schiavone. Cosentino infatti è titolare
di una impresa di commercializzazione del gas. Io so che Cosentino era favorito
perchè spesso, quale forma di estorsione nei confronti degli imprenditori,
procedevano a dei cambi di assegni che portavamo agli imprenditori; soltanto alcuni
assegni, però, potevano essere portati da Nicola Cosentino, ossia quelli per esempio
dei soggetti apicali del clan come Nicola Panaro o Nicola Schiavone».