CAMORRA, INDAGATO IL PREFETTO DI FROSINONE PER TURBATIVA D’ASTA
È in corso in Campania contro il clan camorristico dei Casalesi un’operazione dei carabinieri che stanno eseguendo 17 ordinanze di custodia cautelare e decreti di sequestro di beni per un valore stimato di un miliardo di euro, provvedimenti emessi su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Tra i destinatari delle ordinanze di custodia, anche i latitanti Antonio Iovine e Nicola Schiavone, figlio del boss Francesco Schiavone, soprannominato Sandokan. Tra le accuse, a vario titolo, l’associazione mafiosa, il riciclaggio e la trubativa d’asta. I sequestri riguardano, imprese, complessi turistici, appartamenti e terreni. Le indagini hanno permesso di evidenziare una ramificata infiltrazione della camorra nel sistema degli appalti pubblici nel Casertano.
Nell’inchiesta coordinata dalla Dda e che ha portato a 17 arresti nel clan dei Casalesi oltre al sequestro di beni per 1 miliardo di euro è indagato il prefetto di Frosinone, Paolino Maddaloni; i pm Antonello Ardituro e Marco Del Gaudio ne avevano chiesto l’arresto, ma il gip Vincenzo Alabiso ha respinto la richiesta. Maddaloni è accusato di turbativa d’asta; l’appalto è quello delle centraline per il monitoraggio della qualità dell’aria a Caserta.
I fatti contestati al prefetto di Frosinone, Paolino Maddaloni, indagato per turbativa d’asta nell’ambito dell’inchiesta che ha portato a 17 arresti nel clan dei Casalesi, si riferiscono al 2008 quando ha svolto la sua attività come sub commissario prefettizio al Comune di Caserta. Scrive il gip nell’ordinanza: «Maurizio Mazzotti, dirigente del settore Pianificazione, programmazione e assetto del territorio del Comune di Caserta nonchè responsabile del procedimento Urban, Nicola Ferraro, consigliere regionale Udeur e soggetto influente sulla pubblica amministrazione del Comune di Caserta, Paolino Maddaloni, vice prefetto delegato per lo stanziamento dei fondi, e Sergio Solmi, titolare dell’ impresa Orion predestinata a vincere la gara, turbavano il pubblico incanto relativo ai lavori per l’installazione, nella gara pubblica bandita dal Comune di Caserta, delle centraline per il monitoraggio della qualità dell’area nel territorio comunale di Caserta per importo complessivo di 530.000,00 euro». I fatti risalgono al 2008. Il progetto per le centraline era stato approvato nel 2004, per un importo di 387.000 euro; la spesa prevista lievitò poi fino a un milione e 400.000 euro. Alla gara partecipò la Orion, che fu ammessa provvisoriamente perchè la documentazione era carente. La gara fu però annullata dal prefetto Maria Elena Stasi perchè, dopo dieci mesi, l’appalto non era stato ancora aggiudicato. Stasi disponeva anche «di incaricare il dirigente competente di ricondurre l’opera nei termini economici del ‘progetto pilotà approvato dal Comune con deliberazione 225/03».
Da un’intercettazione risulta che l’ingegner Mazzotti riferì a Ferraro «di aver discusso in merito con Paolino Maddaloni e di aver saputo che questi era intenzionato ad eliminare il finanziamento per utilizzare i fondi per il completamento dei lavori per la ristrutturazione del corso». Mazzotti riferì inoltre di aver fatto comprendere a Maddaloni che alla vicenda era direttamente interessato Ferraro avendogli testualmente detto: ‘guarda che questa cosa sta a cuorè e che «il Maddaloni, conseguentemente, aveva deciso di non annullare la gara ma di ridurre l’importo finanziato da euro 1.400.000,00 a euro 700.000,00. Tale proposito ostava con quanto disposto dalla delibera commissariale e, di conseguenza, sarebbe stato necessario per quell’amministrazione riformulare le decisioni già assunte». Nel corso dell’incontro, si legge ancora nell’ordinanza, Nicola Ferraro «sollecitò Mazzotti ad un attento e assiduo controllo dell’andamento dell’appalto, suggerendo di esercitare una continua pressione su Maddaloni al fine di accelerare l’assegnazione dei fondi. Ferraro, peraltro, confermando ulteriormente il suo specifico interesse a perorare gli interessi di Solmi, prospettava la possibilità di seguire una procedura d’urgenza in modo da accelerare i tempi di aggiudicazione prima delle elezioni, ma Mazzotti, in merito, cercava di ridimensionare le aspettative del proprio interlocutore spiegandogli che a causa della diminuzione dell’importo a base d’asta, occorreva convocare le ditte partecipanti per convincerle ad accettare l’avvenuta decurtazione dell’importo a base d’asta; procedura, questa, che avrebbe esposto la gara a ricorsi da parte delle societ… escluse». «Effettivamente, come prevedibile, a pieno riscontro degli elementi di prova acquisiti, in data 31.03.2006, il commissario straordinario, dr.ssa Maria Elena STASI (che non è indagata, ndr) con delibera commissariale manifestava l’opportunità di proseguire la gara precedentemente attivata riducendo al contempo l’importo da euro 1.463.100,00 a euro 767.342,70. In ragione di ciò dava mandato al dirigente competente di comunicare ai due partecipanti la decisione in modo da consentire agli stessi di valutare la sussistenza o meno della convenienza a proseguire. A seguito della delibera con la quale era stata manifestata l’opportunità di proseguire la gara precedentemente attivata, il dirigente del comune di Caserta, ing. Antonio De Crescenzo, con raccomandata, comunicava ai due partecipanti quanto in precedenza disposto. In ragione di ciò, il 15.05.2006, contrariamente ai programmi prestabiliti, la SARTEC inviava una nota chiedendo chiarimenti al fine al fine di valutare la convenienza a proseguire l’appalto, perch‚, l’atto amministrativo richiamato appariva in contrasto con la normativa nazionale e comunitaria in materia di appalti. Tre giorni più tardi, nel suo ufficio di Caserta, Ferraro e Mazzotti discutevano del problema sopraggiunto, chiarendo in modo inequivocabile di aver turbato lo svolgimento della gara in questione». «Mazzotti, stante la sopraggiunta missiva della SARTEC – è scritto ancora nell’ordinanza – chiedeva al suo interlocutore se il rappresentante di questa impresa, prima di prendere la decisione di ostacolare la prosecuzione della gara, avesse o meno acconsentito alla proposta fattagli direttamente da Ferraro per concordare preventivamente l’operazione. Alla fine, con delibera della giunta comunale del 12.12.2006, veniva approvato il progetto definitivo relativo alla rete di monitoraggio della qualit… dell’aria per l’importo complessivo, ulteriormente ridotto a 530.000,00 euro. A seguito della delibera, veniva pubblicato il bando di gara, con un’ulteriore riduzione dell’importo a base d’asta a euro 407.000. Il primo aprile 2008 il dirigente ing. Antonio De Crescenzo Mazzotti ed il responsabile del Pic Urban 2 Maurizio procedevano all’aggiudicazione definitiva della gara alla ditta ORION».
IL PREFETTO: SONO AMAREGGIATO – «Sono sorpreso ed amareggiato per quanto apprendo solo adesso, relativamente ad una indagine sul mio conto per un presunto reato di turbativa d’asta, relativo a centraline per la qualità dell’aria a Caserta». Lo dice, in una nota, il prefetto di Frosinone, Paolino Maddaloni. «Non conoscendo assolutamente i fatti devo ritenere che la vicenda possa essere avvenuta tra la fine del 2005 e la primavera del 2006 quando – ricorda – ero subcommissario al Comune di Caserta con il commissario straordinario prefetto Maria Elena Stasi». «In proposito – aggiunge – posso assicurare di non aver partecipato alla commissione di gara e di non aver adottato alcuni atto o provvedimento relativo alla gara e di non riuscire a comprendere il mio coinvolgimento nella vicenda». Maddaloni si dice «sereno e fiducioso che la magistratura napoletana vorrà sentirmi quanto prima. In tal senso ho dato già mandato all’avvocato Vittorio Giaquinto di Caserta, al fine di sollecitare ‘ad horas’ detto incontro».