STOP ANARCHIA SU FACEBOOK, UE: ORA NUOVE REGOLE

07/02/2010 di

Mentre Facebook diventa grande come tutta l’Unione europea (ha appena raggiunto i 400 milioni di utenti) a Bruxelles si preparano le prime norme per lo ‘Statò virtuale dove oggi governa l’anarchia: preoccupata soprattutto dall’utilizzo spesso inconsapevole che ne fanno i ragazzi, la CommissioneUe vuole metterli al riparo nella giungla dei social network che cannibalizzano i loro dati personali, incuranti delle conseguenze per i minori.


Sono quasi 42 milioni gli utenti dei social network in Europa, spiega la Commissione europea in uno studio che sarà pubblicato martedì prossimo, nella giornata dell’Internet più sicuro (Safer Internet Day). Di questi, la maggior parte sono ragazzi e adolescenti che si iscrivono a Facebook, MySpace o Dailymotion e li utilizzano come mezzi per affermare la propria identità.

Ma se da un lato – precisa Bruxelles – le nuove tecnologie offrono nuove opportunità di espressione personale e creatività, dall’altro possono anche portare a situazioni imbarazzanti o addirittura pericolose. Per esempio, una foto, una volta pubblicata online, vi resta per sempre e può essere vista da chiunque, anche dopo anni. Perciò la Commissione avverte: ‘postarè (‘pubblicarè in gergo internauta) oggi una foto scattata ad una festa, può avere conseguenze domani, ad esempio, sul modo in cui un potenziale datore di lavoro valuterà il vostro curriculum. E a farne le spese un giorno saranno soprattutto i ragazzi che oggi sfidano le convenzioni e pubblicano di tutto sui loro profili senza paura di opinioni o censure.

È a loro che Bruxelles pensa quando cerca di introdurre qualche regola nella gestione anarchica dei social network: almeno i bambini e gli adolescenti, per il commissario ai Media Viviane Reding, devono essere messi in grado di utilizzare la propria identità online in modo responsabile.

Un’idea è nascondere di default i profili dei minorenni e renderli inaccessibili ai motori di ricerca, come già ipotizzato dalla stessa Reding. Già lo scorso anno aveva chiesto a Facebook e Co. di prendere provvedimenti per proteggere i minori. In caso contrario, la commissaria si era detta pronta a dettare nuove regole ad hoc, perchè «gli europei hanno il diritto di controllare come vengono utilizzate le loro informazioni personali».