SALDI DAL 2 GENNAIO, ECCO LE REGOLE PER EVITARE FREGATURE

29/12/2009 di

Nel Lazio i saldi iniziano il 2 gennaio e terminano il 15 febbraio. Le associazioni dei consumatori sono già sul piede di guerra e dispensano consigli per evitare le truffe. L’Aduc, l’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori, esorta i cittadini a non fare acquisti prima dei saldi, di non fermarsi al primo negozio che pratica sconti, ma confrontare i prezzi, di non lasciarsi ingannare dai saldi al 50% e di guardare accuratamente le etichette.



Il decalogo che segue elenca una serie di accorgimenti – prima, durante e dopo l’acquisto – che possono aiutare, vista la frenesia che spesso attanaglia il consumatore desideroso di "fare l’affare", a non prendere la tradizionale fregatura:

1) Non fare acquisti, se non indispensabili, prima dell’avvio dei saldi. Nei giorni pre-saldi sarebbe opportuno fare un giro per i negozi e individuare i prodotti che potrebbero interessare, segnando i prezzi a cui vengono venduti, per poi verificare che nel periodo dei saldi il prezzo sia realmente calato.

2) Non fermarsi al primo negozio che pratica sconti, ma visitarne diversi e confrontare i prezzi esposti e la qualita’ della merce di riferimento (dopo non si potra’ rivendicare il cambio di un prodotto perche’ il negozio a cento metri piu’ in la’ vende lo stesso ad un prezzo dimezzato).

3) Non lasciarsi ingannare da sconti che superano il 50% del costo iniziale. Nessuno regala niente. Difficilmente un commerciante ha ricarichi superiori al 50% a meno che non si tratti di un artigiano che produca da se’ e che nella determinazione del prezzo ha margini e logiche piu’ ampie.

4) Ricordarsi che prezzi tipo "49,90" euro vuole dire "50,00" e non  "49,00".

5) Le forme di pagamento non differiscono da quelle abituali, perche’  siamo in presenza di transazioni commerciali e il prezzo di acquisto non  modifica le regole. Quindi diffidare da chi impone il pagamento in  contanti pur avendo esposta la segnalazione della convenzione con un  istituto di carte di credito o bancomat. Si puo’ chiedere di usufruire di  questa forma di pagamento, e in caso di diniego segnalarlo all’istituto di credito, che potrebbe anche annullare la convenzione con quel commerciante.

6) Guardare le etichette che riportano la composizione dei tessuti: i   prodotti naturali costano di piu’, quelli sintetici meno. La percentuale di composizione puo’ variare notevolmente e incidere sul costo finale. 

7) I capi d’abbigliamento riportano l’etichetta con le modalita’ di  lavaggio e conviene sempre chiedere conferma al commerciante di cio’ che  e’ indicato: la sua esperienza puo’ servire a prevenire spiacevoli  sorprese dopo che si e’ portato il capo d’abbigliamento in lavanderia.

8) Essere pignoli. Di un capo verificare se e’ di pura lana vergine o di  lana. La seconda lana puo’ essere riciclata, la prima no. Di un capo di  cotone chiedere la provenienza: i prodotti provenienti dai Paesi asiatici possono essere trattati con pesticidi o antimuffe che al contatto con la pelle possono provocare allergie.

9) Diffidare dei capi d’abbigliamento disponibili in tutte le taglie e/o  colori: e’ molto probabile che non sia merce a saldo, ma immessa sul  mercato solo per l’occasione e quindi con un finto prezzo scontato.

10) Diffidare dei negozi che espongono cartelli tipo "la merce venduta non si cambia": esistono regole precise del commercio che impongono il cambio  della merce non corrispondente a quanto propagandato o perche’ difettosa. Il fatto di essere in saldo, non significa che queste regole non siano valide. Ricordarsi che non esiste il diritto di recesso negli acquisti fatti in un esercizio commerciale: per cui se si e’ sbagliata la taglia o si e’ semplicemente cambiato idea, e’ solo la disponibilita’ del commerciante che puo’ ovviare al problema, ma non c’e’ un diritto del consumatore.