INFLUENZA A, ATTENZIONE ALTA MA NIENTE PANICO

04/11/2009 di

Attenzione alta in tutta Italia per il diffondersi dell’influenza A, ma per ora niente panico. Si prendono precauzioni (gel disinfettanti e mascherine in alcune zone hanno raggiunto picchi di vendita), i medici sono subissati di telefonate, gli insegnanti invitano gli alunni a lavarsi spesso le mani e a non bere dallo stesso bicchiere, ma tutto sommato la cautela prevale sulla preoccupazione.

IN LOMBARDIA A RUBA GEL DISINFETTANTI – Arriva sugli scaffali ed è già esaurito: il disinfettante per le mani in questi giorni è diventato uno dei prodotti più gettonati dei supermercati: alla Coop Lombardia, ad esempio, le vendite rispetto all’anno scorso sono aumentate del 300%, mentre non ci sono picchi per le mascherine e per medicine come il tamiflu. Boom anche per le visite negli ambulatori dei pediatri, che hanno aumentato il lavoro almeno del 30%. In regione, i dati dei medici sentinella dicono che nella fascia dei pazienti pediatrici c’è un’incidenza dell’influenza del 40 per mille.

NELLA CAPITALE VACCINO-SCETTICI E RIMEDI DELLA NONNA – Vaccino sì o vaccino no? È quanto si chiedono molti romani e tanti, specie appartenenti alle cosiddette categorie di lavoro più a rischio – autisti di autobus, tassisti e venditori al mercato – per ora dicono no al vaccino. Meglio piuttosto – dicono alcuni – ricorrere ai rimedi della nonna: decotti anti-influenzali, zenzero e cipolle. I mezzi pubblici restano pieni, nessuna mascherina in vista, al massimo una spruzzata di disinfettante tirato fuori dalla borsetta. Insomma, sono in parecchi a pensare che l’allarme sia eccessivo.

CAOS PER SCUOLE APERTE A NAPOLI – Calano le richieste di visite nei presidi sanitari e calano pure i ricoveri dei bimbi all’ospedale Santobono, ma la paura per l’H1N1 a Napoli e in Campania ancora c’è. A Scafati, comune del salernitano dove la bimba di 11 anni affetta da influenza A morta venerdì scorso frequentava la scuola, oggi i genitori hanno protestato contro la decisione del sindaco di tenere aperti gli istituti scolastici. E anche in altre scuole della regione sta prevalendo la prudenza: dove si sono registrati casi di influenza A, banchi vuoti. Sugli autobus c’è chi, in continuazione, disinfetta le mani e qualcuno indossa pure la mascherina. «Non facciamo inutile allarmismo, la mia risposta è invitare a Napoli tutti e cinque i miei nipoti, perchè non c’è nessun pericolo» ha detto il sindaco Rosa Russo Iervolino per rassicurare i suoi concittadini. Ma a Napoli, dove a oggi si è registrato il più alto numero di decessi per l’H1N1, c’è anche un’altra forma di paura: quella per il vaccino, ritenuto da tanti poco sicuro.

Vaccino sì o vaccino no? È quanto si chiedono molti romani che non sanno se sottoporsi o meno alla vaccinazione anti-influenza A. Tanti, specie tra chi appartiene alle cosiddette categorie di lavoro più a rischio, autisti di autobus, tassisti e venditori al mercato, per ora, dicono no al vaccino. Nell’indecisione, però, c’è chi ancora sceglie metodi naturali, come una signora che, ai banchi dello storico mercato di Campo dè Fiori, ha comprato zenzero e cipolle per fare un decotto anti-influenzale: «Sono usanze di una volta – ha detto – e funzionano sempre». Sui mezzi pubblici, nei bar, al mercato non si parla che dell’influenza A, specie oggi che nella Capitale ci sono stati i primi due morti. «Io non lo farò il vaccino, perchè la sperimentazione non è stata adeguata. L’hanno preparato in maniera veloce e forse non corretta», spiega un autista dei mezzi pubblici della Capitale che ha sottolineato come non fosse l’unico a pensarla così: «Non mi fido tantissimo di questo vaccino. Ho parlato con altri miei colleghi e molti la pensano come me e quindi non lo faranno». Quanto alla paura di essere infettati, a rispondere è un altro autista: ‘Sull’ autobus se ne parla tanto di quest’ influenza. Sono soprattutto gli anziani che hanno molta paura perchè ne sentono parlare tantissimo ai telegiornali. Nonostante tutto, nessuno evita di prendere i mezzi pubblici: gli autobus sono sempre stracolmi. La nostra società ha previsto la possibilità di fare vaccini, ma io per il momento aspetto«. »C’è troppo allarme. Si tratta della solita influenza eppure se ne parla più del dovuto – ha detto una signora seduta nell’autobus, unendosi alla conversazione – qui bisogna stare attenti come sempre. Finora non ho visto nessuno con la mascherina. Io prendo i mezzi senza preoccuparmi più di tanto«. Anche tra i banchi del mercato di Campo dè Fiori, in pieno centro storico, si parla di influenza A: »C’è molta incertezza nel prendere il vaccino, quasi timore. Alcuni pensano che sia più pericoloso dell’influenza stessa – ha detto un fruttivendolo – da alcuni giorni vedo meno gente al mercato, parecchi miei clienti sono malati«. »Un mio cliente che è medico – ha riferito un’altra venditrice – mi ha sconsigliato di prendere il vaccino. Mi ha detto che a suo figlio non l’avrebbe fatto, perchè sembra ci siano delle tracce di mercurio che sarebbero pericolose. Mi ha consigliato di fare quello normale, non quello di quest’anno, però io non l’ho ancora fatto, non sono convinta«.