“Un romanzo informativo, in chiave autobiografica, una sorta di diario di chi ha una figlia affetta dalla Sindrome di Down. Ma il significato del libro trascende la vicenda personale per diventare testimonianza di una esperienza di vita familiare e di amore materno, in cui si possono ritrovare tutti coloro che guardano alla vita, e alle dure prove a cui essa ci sottopone, con gli occhi sereni e con la volontà di non arrendersi mai”. E’ stato scritto da Daniela Niglio, insegnante di Latina e mamma di Veronica, 8 anni, affetta da sindrome di Down.
“Daniela – si legge nel sito web dell’autrice – vive sola ed affronta tutti i problemi relativi alla situazione, ma non per questo si perde d’animo. Anzi, cerca di trarre da questo evento – che cambierà inevitabilmente e totalmente la sua vita – insospettate motivazioni e ragioni che rendono bella la vita e degna di essere vissuta. Le occasioni per tutto questo sono state il momento della nascita della bambina e la scoperta, ogni giorno sempre nuova, che si può essere sereni anche con chi è apparentemente diverso, che possiamo imparare tanto da loro, noi che a volte pigramente ci riteniamo perfetti e soddisfatti nella nostra apparente “normalità”.
Nel romanzo si colgono, a volte tra le righe, senza enfasi, queste idee. Ma non manca anche un’analisi sociale, ambientale, e un pizzico di polemica corroborato dalla semplicità espositiva. Ma il suo messaggio di speranza e di ottimismo, pur in una cornice di una esperienza affrontata con grande forza d’animo, è fondato anche sulla convinzione che il pensiero e l’atteggiamento della gente comune verso le persone diversamente abili ha avuto negli ultimi tempi una evoluzione positiva e continua. E’ un romanzo per tutti, aperto a tutti, soprattutto a chi non conosce questa realtà ed è ancora prigioniero di pregiudizi o di false informazioni, che poi sono, ai fini pratici, la stessa cosa. Lo può leggere chiunque, perché è leggero senza essere scontato e banale, è autobiografico ma va al di là del puro dato personale; è problematico e critico ma non aspro.Pur restando un valido monito, racchiuso nel libro: non ci sono solo i ragazzi down della tv, quelli che fanno ridere. Perché non sempre c’è da ridere. Ma neanche piangere più di tanto.
Daniela Niglio nasce a Latina nel 1968, si laurea in Sociologia nel 1992 e pubblica diverse ricerche sociologiche, oltre alla tesi di Laurea relativa al lavoro minorile (seconda classificata al Primo” Premio Mirella Barbato “) , consultabile presso la biblioteca di Latina. Attualmente insegna , dopo essere stata dirigente in un P.A. per circa tredici anni. Le sue pubblicazioni sociologiche variano dalla tossicodipendenza alla condizione delle madri nubili , dalla ricerca sui malati terminali di Aids e su come vivono la loro emarginazione per finire agli anziani e ai disabili. Divorziata , due figli. Al momento vive felicemente la sua “singletudine” di ritorno e dedica , ovviamente , la maggior parte del tempo ai suoi figli. Nel 2001 nasce Veronica , affetta dalla Sindrome di Down , successivamente il suo secondo figlio Christian. Nel febbraio 2009 pubblica il suo primo romanzo “Grazie Gesù…per avermi fatto vedere questo cielo!”. Seconda Edizione Maggio 2009.