INTERCETTAZIONI, FUNZIONARI DI POLIZIA: “INDAGINI A RISCHIO”
«Non soddisfatto di aver prodotto un disegno di legge sulle intercettazioni inaccettabile il governo lo ha peggiorato». A dichiararlo è il segretario nazionale dell’associazione Funzionari di polizia, Enzo Letizia.
«È evidente – dice Letizia – che sulle nuove norme in materia di intercettazioni il governo non ha acquisito il parere degli uffici legislativi del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Gli unici in grado di valutare la fattibilità dell’ascolto». Per questo l’associazione Funzionari di polizia ha chiesto di essere ascoltata dalla Commissione Giustizia. Secondo Letizia del ddl «preoccupa la farraginosità che determinerà sicuramente l’interruzione delle intercettazioni».
Letizia critica in particolare «l’emendamento già approvato secondo cui le registrazioni sono compiute per mezzo degli impianti installati nei centri di intercettazione telefonica istituiti presso ogni distretto di Corte di Appello, mentre le operazioni di ascolto mediante gli impianti installati presso la competente procura della Repubblica ovvero, previa autorizzazione del Pubblico Ministero, presso i servizi di polizia giudiziaria delegati per le indagini».
«Dunque – aggiunge -la registrazione avviene presso la sede della Corte di Appello, ad esempio Roma, mentre l’ascolto dei telefoni è svolto presso la Procura competente, ad esempio Frosinone; gli ufficiali di polizia giudiziaria potranno solo ascoltare in Procura, mentre se si verificano dei problemi tecnici sulla registrazione dovranno recarsi, per forza di cose, a Roma». «Se il sistema presso la Corte di Appello di Roma non sarà collegato con le procure di Frosinone, Latina, Rieti, Viterbo – dice ancora Letizia – dovranno essere interrotte tutte le intercettazioni? Per carità di patria ci rifiutiamo di credere che l’obiettivo sia proprio questo!».