ITALIA NOSTRA: “UNO STUPRO L’INFO POINT ALLA STAZIONE FERROVIARIA”

23/04/2008 di

Riceviamo e pubblichiamo un intervento della sezione di Latina di Italia Nostra firmato dal presidente Antonio Magaudda.

 

 
Nel piazzale antistante la Stazione ferroviaria di Latina Scalo era in corso di realizzazione un Punto di Informazione, che, a parere pressocchè unanime, avrebbe annullato in maniera irrimediabile la prospettiva dell’edificio della Stazione progettata da Angiolo Mazzoni, che, come è noto, rappresenta uno tra gli edifici storici più interessanti che la città possieda.

Non si stava raggiungendo lo “stupro” subito nel dopoguerra da un altro edificio progettato dallo stesso Mazzoni, l’Ufficio Postale, ma ci si stava andando vicini.

Il Sindaco di Latina, Vincenzo Zaccheo, dopo le proteste, lo ribadiamo, pressocchè unanimi, ha ordinato la sospensione dei lavori, in attesa del parere della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Ambientali.

La vicenda ci ha consentito di venire a conoscenza di una notizia sconvolgente: il complesso immobiliare che costituisce la stazione ferroviaria non è soggetto ad alcuna forma di tutela culturale e paesaggistica.

Quanto sopra si evince dalla comunicazione che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per i Beni Architettonici, ha emesso in risposta alla richiesta del Comune di Latina.

E’ questa, a nostro parere, una affermazione che dovrebbe fare arrossire di vergogna qualunque persona dotata di un minimo di cultura e di sensibilità architettonica, in primo luogo coloro che l’hanno espressa.

Dopo che il suddetto Ministero, nel corso degli ultimi sessanta anni, ha impegnato ingenti risorse per far conoscere a tutti i cittadini la figura e l’opera di Angiolo Mazzoni, attraverso una enorme quantità di convegni, dibattiti, pubblicazioni, mostre e quant’altro, ora, con nota in data 31 marzo 2008, lo stesso Ministero cancella tutto ciò, comunicando che non ritiene possibile avviare il procedimento previsto dall’art. 12 del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (noto come “Codice dei Beni Culturali”), finalizzato alla verifica della sussistenza dell’interesse artistico e storico per il complesso immobiliare che costituisce la stazione ferroviaria di Latina Scalo.

E allora, anche prescindendo per un momento da tutte le considerazioni che sarebbe lecito fare sulla sussistenza dell’interesse artistico e storico della Stazione di Angiolo Mazzoni e quindi sulle capacità e sensibilità dei responsabili del Ministero, sempre il Ministero ci dovrebbe far comprendere come sia stato possibile che, negli ultimi anni ’90 del secolo scorso, la Soprintendenza ai Beni Architettonici ed Ambientali del Lazio – Centro Operativo di Latina, abbia eseguito lavori di restauro sulla stazione stessa.

Oltre che un atteggiamento schizofrenico, a noi sembra pura follia!

Sia ben chiaro, la Stazione di Angiolo Mazzoni, costituendo un notevole esempio di architetture moderna, come, del resto tutte le opere del Mazzoni stesso, va tutelata attraverso il vincolo monumentale; e tale vincolo va esteso anche al suo ambito ed agli edifici annessi; pertanto il costruendo Punto di Informazione va demolito e realizzato in altro luogo meno invasivo.

A questo punto viene pressante l’esigenza di cogliere questa occasione per fare il punto della situazione dei vincoli apposti sugli edifici e sugli ambiti di fondazione delle città dell’Agro Pontino, sorte tra gli anni ’20 e ’30 del secolo scorso; e non ci riferiamo solamente ai centri storici, ma anche ai Borghi ed all’intero territorio comunale, casali della Bonifica (per quei pochi che ancora rimangono integri) compresi.

In proposito, come abbiamo potuto constatare con la Stazione di Latina Scalo, regna la più totale confusione e approssimazione; occorre che al più presto venga avviata la procedura prevista dal già citato art. 12 del Decreto Legislativo n. 42/2004, per tutti gli edifici che siano stati realizzati da oltre cinquanta anni ed il cui autore sia non vivente.

Invitiamo la Soprintendenza a fare chiarezza su tale aspetto della questione, comunicando quanti e quali edifici, siano essi pubblici o privati, sono soggetti a vincolo, sancito da Decreto Ministeriale; sembra che siano veramente pochi.

Se così fosse, desideriamo conoscere quali azioni ha in programma il Centro Operativo di Latina della Soprintendenza stessa, al fine di estendere il vincolo monumentale al maggior numero possibile di edifici ed ambiti di fondazione.

Nell’anno 1994 gli Ordini professionali degli Ingegneri e degli Architetti della Provincia di Latina presentarono una proposta per l’apposizione del vincolo a tali edifici ed ambiti; la proposta fu approvata dal Consiglio Comunale di Latina, ma tale approvazione ebbe un valore puramente simbolico, poiché è noto che il vincolo monumentale può essere apposto solo con Decreto del Ministero competente.

Ci auguriamo che, dopo aver compilato un elenco di edifici ed ambiti da vincolare, la Soprintendenza compia i passi necessari presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, affinché il vincolo monumentale venga esteso a tutti gli edifici ed ambiti della fondazione, e di ciò il Centro Operativo di Latina si faccia parte attiva, anche in collaborazione con i Comuni interessati e tutte le Associazioni ed istanze culturali che vorranno concorrere in tal senso.


Per la Sezione di Latina di Italia Nostra

Il Presidente Antonio Magaudda