LATINA-PARIGI SULLE ORME DI WILMOTTE

19/12/2007 di
di NANDO CAPPELLETTI * 
 
Da
ragazzo andavo spesso a Parigi. Di Parigi mi piace tutto, persino i parigini.
Il  suo fascino è indiscutibile, una riuscita mescolanza d’antico e moderno. Una
città, che in tutte le sue espressioni, sa coniugare il passato e il futuro. In
modo particolare nell’architettura. 

 
Un primo esempio, secondo me ben riuscito, è
stato certamente il Centre Pompidou, conosciuto anche come il “Beaubourg”, un
centro culturale che porta la firma anche dell’architetto italiano Renzo Piano.
A seguire, il centro d’affari “La Defense”. Infine la “Piramide di Vetro” al
Museo del Louvre. Parigi è come una bella donna. Alle volte ti appare nei sogni.
Nell’ultimo sogno mi sono apparsi gli Champs Èlysèes. come una lunga verde isola
pedonale, a seguire l’elegante Place Vendome, dove a partire dall’Hotel Ritz
l’intera piazza era pedonalizzata, verde ovunque e tanti cipressi. Una nuova
pavimentazione. Il sogno continuava tra gli “odori” di Parigi e i cipressi che
mi ricordavano Giosue Carducci, quando all’improvviso mi è apparso un uomo
elegante, tipicamente francese, anzi parigino. Era Jean-Michel Wilmotte. Mi sono
svegliato subito dopo. Non mi trovavo a Parigi. Ero a Latina in Piazza Roma.
Dalla finestra della mia casa ho visto quello che vedo tutti i giorni. Una
semplice, ma bella piazza e tutti palazzi di fondazione. Anche in piazza San
Marco ci sono palazzi di fondazione, c’è l’Opera Balilla, dentro c’è il museo
Cambellotti e dentro il museo c’è in questi giorni una mostra del lavoro che  monsieur Wilmotte sta svolgendo per la riqualificazione urbana degli “spazi”
della città: Piazza del Popolo, Via Diaz, Piazza della Libertà, Piazza Dante,
Piazzale dei Bonificatori, Viale Italia, Piazza del Quadrato, Corso della
Repubblica e Piazza San Marco.
 
Questo, non è un sogno, è tutto terribilmente
vero. Certo la scelta dell’amministrazione e del sindaco pare convinta, ed è
cosa buona esporre gli elaborati alla visione di tutti i cittadini. Magari già
che c’erano però, non era male mettere un’urna, rigorosamente trasparente, nella
quale i cittadini, attraverso un semplice questionario certificavano la loro
opinione. Tanto per dare un tocco di partecipazione. In questa fase conta poco
però sapere se Wilmotte ha avuto a suo tempo un incarico ufficiale con regolare
delibera, quanto ci costa, e se anche questa è l’ennesima boutade del sindaco,
visto che si continua a presentare progetti senza una benché minimo piano
finanziario. Il libro dei sogni si allunga. Quello che conta oggi, è che si apra
subito un dibattito per coinvolgere la città intera. Un intervento così radicale
sull’impianto urbano non è cosa da poco. Non lo decide solamente una giunta, un
consiglio comunale e tanto meno il sindaco.
 
Bisognerà ricordare sempre al sindaco che Littoria fu progettata per un
traffico veicolare, che è certamente opinabile l’idea di creare tante isole
pedonali, che l’architettura razionalista che caratterizza la città di
fondazione, tanto apprezzata anche da Wilmotte, non è detto che sia meglio
valorizzata con il suo progetto. Sarà bene che il sindaco e anche l’architetto
francese spieghino a tutti come si fa ad inserire l’intervento solamente nel
piano R0, e non in un progetto più ampio di pianificazione. Certo è molto più
semplice procedere in tal modo, senza fissare regole che invece un nuovo
strumento urbanistico (PRG) fisserebbe. Si avrebbe una visione generale della
città e del territorio, evitando che ci sia un salotto buono (?) e un contorno
di disordine tipologico e urbanistico. La memoria storica è l’identità di una
città. Lo sono anche le sue piazze, i suoi palazzi, i suoi spazi. La sua tutela
è d’obbligo. Provi il sindaco ad immaginare quando tra molti anni qualcuno verrà
a Latina e la troverà diversa da come magari l’ha vista sui libri
d’architettura, sulle cartoline. Provi a ricordare gli scempi architettonici che
Latina ha dovuto subire e quelli che stanno avvenendo, per sua responsabilità,
nei borghi di fondazione. Certo, nulla è immutabile, ma le “testimonianze” non
si toccano, non si fanno esercizi grafici sulla storia. Caro sindaco,
incominciamo a parlarne.
 
* Portavoce "La Destra"