GLI ITALIANI? ORA SI INCONTRANO NEI CENTRI COMMERCIALI

03/11/2007 di
Un tempo, in Italia, la gente si radunava nelle piazze e nei
mercati. Durante i giorni di festa ci si incontrava nei bar. Si
trascorrevano molte ore a discutere, magari davanti ad un bicchiere di
vino. Le partite di calcio rappresentavano uno svago consolidato. Nei
piccoli paesi la domenica mattina, dopo la funzione religiosa, ci si
ritrovava nei giardini pubblici.

 
La vita era molto più semplice. Gli
italiani disponevano di un numero minore di risorse. Le speranze e le
attese erano più facili, meno articolate e complesse. Ora tutto è
cambiato. La grande distribuzione sembra aver soppiantato la classica
‘bottega sotto casa ‘. Gli italiani non si trova più nelle strade dei
paesi o delle grandi città. Ora ci si incontra nei grandi centri
commerciali. Ora ci si ritrova, meglio ancora, negli outlet.
 
È questa
la tesi che sostiene il giornalista del ‘Corriere della Serà Aldo
Cazzullo nel saggio «Outlet Italia. viaggio nel paese in svendita»,
pubblicato dalla casa editrice Mondadori.
Che cosa rappresenta l’outlet? Quali sono gli elementi
principali che ne caratterizzano la diffusione anche nel Belpaese?
Cazzullo non ha dubbi. In realtà, gli outlet simboleggiano un
microcosmo nel quale ci si isola evitando il contatto con gli altri.
Ma non è tutto. Esso incarna anche il destino inesorabile di un Paese
che appare sempre di più ‘in svendità. Si tratta di un fenomeno che
non investe soltanto i generi di consumo o le risorse economiche. ‘La
svendita italianà, infatti, contempla soprattutto la fine dei grandi
valori sui quali si è basata la società italiana. Di fatto, dunque,
gli outlet nascondono il progressivo degrado dei rapporti umani e il
disfacimento delle strutture politiche, economiche e culturali
dell’Italia del Terzo Millennio.
 
«La domenica – scrive Cazzullo
all’inizio del suo libro – le piazze italiane sono vuote. Quasi
deserti gli stadi, le chiese, i cinema, i tradizionali luoghi della
vita sociale. Sono tutti all’outlet. Il lavoro mi ha portato in questi
anni a passare la domenica a Pistoia, Piacenza, Trento, Latina,
Alessandria. In giro non c’era nessuno, tranne gli extracomunitari.
Gli altri erano all’outlet».
Il saggio si configura anche come un lungo viaggio lungo la
Penisola. Nel suo percorso Cazzullo si sofferma sui nuovi centri,
nelle nuove piazze, in cui gli italiani si ritrovano: da Serravalle
Scrivia, il primo outlet d’Italia, ai villaggi-vacanze in cui si passa
sempre più tempo.
 
Ma, ancora, Cazzullo si ferma nelle discoteche
come, ad esempio, il Palacavacchi, la più grande discoteca d’Italia.
Dalle grandi città, ai piccoli paesi. Dallo studio delle realtà più
lontane all’analisi degli ambiti in cui si manifesta la disgregazione
della Penisola. Aldo Cazzullo disegna il ritratto dell’Italia degli
ultimi anni attraversata da una mutazione che, come ricorda, è
«avvenuta passo a passo, senza traumi, senza che quasi ce ne
accorgessimo».