USA CONVENTION DENVER, MICHELLE: I VALORI DI OBAMA

26/08/2008 di

«Il Barack Obama che conosco oggi è lo stesso uomo di cui mi sono innamorata 19 anni fa». C’è anche questa dichiarazione d’amore nel discorso di Micelle Obama nella prima serata della convention democratica a Denver.


Alcuni brani sono stati anticipati dallo staff democratico. «Barack ed io siamo cresciuti con gli stessi valori: sappiamo che bisogna lavorare duramente per ottenere risultati nella vita, che la parola data conta e che bisogna fare quello che dici che farai, che bisogna trattare il prossimo con dignità e rispetto». «Vogliamo che le nostre figlie, e tutti i bambini di questa nazione, sappiano che il solo limite all’altezza di quel che puoi raggiungere è la vastità dei tuoi sogni e la tua volontà DI lavorare per ottenerlì, dice Michelle, secondo le anticipazioni del suo messaggio, alla platea di Denver.

 

Il discorso descrive non solo la storia della vita di Obama ma anche l’infanzia di Michelle: »Sono cresciuta nel South Side di Chicago da un padre che era un operaio del comune e una mamma che stava a casa con mio fratello e con me«. Sole lei conosce fino in fondo la risposta alla domanda che potrebbe decidere la corsa alla Casa Bianca: chi è veramente Barack Obama? È una risposta che Michelle Obama, la donna che potrebbe diventare tra pochi mesi first lady degli Stati Uniti, è stata chiamata a dare nella giornata d’apertura della Convention Democratica di Denver col discorso più importante della serata. Una giornata che mira a fornire un ritratto rassicurante del senatore dell’Illinois che riesce a conquistare le folle con la sua vibrante oratoria ma che è riuscito finora a nascondere le sue emozioni ed i suoi sentimenti dietro una facciata di elegante ma anche fredda razionalità. »Barack è una persona come tutte le altre – ha ripetuto più volte Michelle nelle interviste pre-convention – Viene dalla classe media. È riuscito a fare il college solo grazie alle borse di studio. I suoi problemi sono quelli di tutti i genitori americani: vuole un avvenire migliore per le nostre figlie«. Nessuno conosce Barack Obama meglio di Michelle. Spesso, quando sono con gli amici, completano istintivamente le frasi cominciate dall’altro, un meccanismo che la dice lunga sulla sintonia raggiunta dalla coppia. »Non solo sono marito e moglie, ma sono anche i migliori amici e grandi partner in ogni aspetto della vita«, afferma uno dei loro amici. Michelle, con le sue radici nella Chicago povera e profondamente nera, con sempre presenti i sacrifici enormi fatti dai suoi genitori per darle la possibilità di fare il college, si è assunta il compito di tenere sempre il marito con i piedi per terra pungendolo, con battute ironiche. »Ci completiamo a vicenda – ha detto di recente – Io lo aiuto ad essere più organizzato. Lui mi ha insegnato ad essere più paziente«.

I valori di Michelle Obama sono riflessi in decisioni come quella, quando lui è diventato senatore a Washington, di continuare ad abitare a Chicago per non turbare la vita delle figlie. E quando è stato necessario un maggiore impegno di Michelle nella campagna presidenziale, con richieste di apparizioni in tutta l’America, la donna ha posto delle condizioni ben precise: mai avrebbe trascorso più di una notte lontano dalle due figlie, Malia (10 anni) e Sasha (7 anni). Una promessa che ha mantenuto. Educata a Princeton ed Harvard, donna manager, Michelle è apparsa a suo agio anche nel ruolo non previsto di moglie di un candidato alla Casa Bianca. Anche se qualche volta non è riuscita ad evitare gaffes (come quando ha detto: »per la prima volta nella mia vita adulta mi sono sentita realmente orgogliosa del mio paese«). L’immagine un pò fredda che a volte proietta hanno diffuso il mito di ‘donna arrabbiatà, ripreso in una recente famosa copertina della rivista liberal New Yorker dove era disegnata con mitra e tuta mimetica, stile guerrigliera, accanto ad un Barack Obama vestito da guerrigliero di Al Qaida. (ANSA)