CHIESA: STARACE BEATA; 6.500 DEVOTI PER MISTICA-MANAGER
La religiosità difficile, a tratti incomprensibile, di Maria Maddalena Starace, mistica torturata dal demonio e manager fondatrice di missioni, diviene esempio per tutti i cattolici oggi, nel giorno della sua beatificazione, a Castellammare di Stabia (Napoli), davanti a circa 6.500 fedeli.
Ci sono anche 250 sacerdoti, undici vescovi, e
soprattutto 200 Compassioniste serve di Maria, le suore dell’ordine che fondò nel 1869:
operano in Canada, Cile, Filippine, Indonesia, Messico. Celebra per conto del Papa il
cardinale Josè Saraiva Martins, con l’arcivescovo della cittadina vesuviana Felice Cece.
soprattutto 200 Compassioniste serve di Maria, le suore dell’ordine che fondò nel 1869:
operano in Canada, Cile, Filippine, Indonesia, Messico. Celebra per conto del Papa il
cardinale Josè Saraiva Martins, con l’arcivescovo della cittadina vesuviana Felice Cece.
È il giorno di un riconoscimento pieno dell’ «alta spiritualità» della venerabile (fu
Wojtyla a volerla tale nel 2004), e anche di un risarcimento: la beatificazione arriva
dopo decenni di studio su un caso che suscitò sospetti e diffidenza, per le controverse
esperienze che la donna fece della presenza del demonio. Una borghese, si potrebbe dire,
figlia di un armatore, che lasciò tutti gli agi per dedicarsi ai poveri, e che ebbe
intuizioni di straordinaria modernità, combattendo l’emarginazione delle donne non
istruite.
Wojtyla a volerla tale nel 2004), e anche di un risarcimento: la beatificazione arriva
dopo decenni di studio su un caso che suscitò sospetti e diffidenza, per le controverse
esperienze che la donna fece della presenza del demonio. Una borghese, si potrebbe dire,
figlia di un armatore, che lasciò tutti gli agi per dedicarsi ai poveri, e che ebbe
intuizioni di straordinaria modernità, combattendo l’emarginazione delle donne non
istruite.
Fu però anche una mistica, capace di pregare fino a otto ore al giorno. E in questa
ricerca di comunione con il divino fu maltrattata, consumata, perfino posseduta dal
demonio; come Maria di Magdala, della quale scelse di portare il nome.
Aneddoti di quella esistenza terrena, inintelligibile ai più, si possono ancora
raccogliere nel suo convento, dove le monache oggi hanno festeggiato, offrendo al
cardinale Saraiva, per pranzo, anche una torta che raffigurava la fondatrice (prodigio
possibile con della gelatina, multicolore).
ricerca di comunione con il divino fu maltrattata, consumata, perfino posseduta dal
demonio; come Maria di Magdala, della quale scelse di portare il nome.
Aneddoti di quella esistenza terrena, inintelligibile ai più, si possono ancora
raccogliere nel suo convento, dove le monache oggi hanno festeggiato, offrendo al
cardinale Saraiva, per pranzo, anche una torta che raffigurava la fondatrice (prodigio
possibile con della gelatina, multicolore).
I digiuni, le trasformazioni fisiche, i dolori inenarrabili, raccontano le monache.
Tutto questo si tradusse, sul piano teologico, in una lunga causa, avviata nel 1939, 68
anni fa, per accertare che Costanza (il suo nome di battesimo) non fosse in alcun modo
responsabile della «dolorosa vicenda». Alla fine fu «scagionata», si legge negli atti.
Tutto questo si tradusse, sul piano teologico, in una lunga causa, avviata nel 1939, 68
anni fa, per accertare che Costanza (il suo nome di battesimo) non fosse in alcun modo
responsabile della «dolorosa vicenda». Alla fine fu «scagionata», si legge negli atti.
Come spiega tutto questo Saraiva Martins? «La fede ha bisogno di esempi». Il cardinale
legge il vangelo di Giovanni, sull’incredulità di Tommaso: che toccò mani e costato di
Gesù risorto, per credere. La fisicità tormentata, epifania del divino, perchè gli uomini
si convertano, è il leit motiv della cerimonia. È questo il cristianesimo che racconta il
divino attraverso una battaglia tangibile fra il bene e il male; come nelle stimmate: in
Maddalena erano invisibili, ma chi le sfiorava le mani, dice la memoria orale, la sentiva
urlare dal dolore.
legge il vangelo di Giovanni, sull’incredulità di Tommaso: che toccò mani e costato di
Gesù risorto, per credere. La fisicità tormentata, epifania del divino, perchè gli uomini
si convertano, è il leit motiv della cerimonia. È questo il cristianesimo che racconta il
divino attraverso una battaglia tangibile fra il bene e il male; come nelle stimmate: in
Maddalena erano invisibili, ma chi le sfiorava le mani, dice la memoria orale, la sentiva
urlare dal dolore.
«Dalla croce non si scende, ma si risorge quando tutto è compiuto»,
dice il prefetto citando il passo di uno dei sei volumi lasciati dalla suora, che
descrisse minutamente i fenomeni che la attraversavano, in un corposissimo epistolario.
dice il prefetto citando il passo di uno dei sei volumi lasciati dalla suora, che
descrisse minutamente i fenomeni che la attraversavano, in un corposissimo epistolario.
È in una di queste pagine che si legge l’incitazione più sorprendente della monaca,
raccolta dalla giornalista Maria Laura Franciosi, una pronipote, accorsa con
numerosissimi altri parenti: «Raccomando il buon umore – scriveva – e quella strana
allegrezza che si ottiene con lo sguardo a Dio, adorandolo in tutto». Il buon umore,
aggiungeva Maddalena, è il segno inconfondibile di un «animo in pace».
raccolta dalla giornalista Maria Laura Franciosi, una pronipote, accorsa con
numerosissimi altri parenti: «Raccomando il buon umore – scriveva – e quella strana
allegrezza che si ottiene con lo sguardo a Dio, adorandolo in tutto». Il buon umore,
aggiungeva Maddalena, è il segno inconfondibile di un «animo in pace».