Più licenze e farmacie, la liberalizzazione di Monti

10/01/2012 di

Meno rigidità, più concorsi e un maggior numero di esercizi aperti sul territorio. A questo porteranno i provvedimenti di liberalizzazione allo studio del governo nel settore della farmacie. La conferma arriva dal ministro della Salute Renato Balduzzi, che oggi ha incontrato i rappresentanti delle parafarmacie, che chiedono a gran voce il via libera definitivo
alla vendita dei farmaci di fascia C (a carico del cittadino) al di fuori del circuito delle farmacie.

Sono almeno sette mila le nuove farmacie che si dovrebbero aprire per garantire una distribuzione capillare dei farmaci, hanno affermato i rappresentanti dei parafarmacisti al termine della riunione con il ministro. Secondo le stime dei
parafarmacisti, inoltre, «con la completa liberalizzazione dei farmaci di fascia C, come quella prevista dalla prima versione del decreto Monti, i cittadini otterrebbero circa 120 milioni di risparmi l’anno e si determinerebbe un’espansione del numero di Parafarmacie misurabile in 3500 nuove sedi, il che vorrebbe dire 600-700 mln di nuovi
investimenti e 7500 nuovi posti di lavoro».

Tra i temi discussi, anche il limite di 12.500 abitanti al di sotto del quale non è possibile la vendita dei farmaci di fascia C che verranno autorizzati dall’Aifa, introdotto dal decreto Salva Italia: il ministro, affermano le associazioni, «ha
condiviso la necessità di rimuovere tale parametro, certamente discriminatorio, anche alla luce delle modifiche introdotte dal Parlamento».  Che il settore abbia bisogno di maggiore dinamismo, lo dice d’altronde chiaramente lo
stesso Balduzzi: «c’è una volontà seria del governo» di dare «meno rigidità al settore» delle farmacie, «cercando di contemplare le esigenze di tutti e senza stravolgere il sistema di dispensazione del farmaco», ha affermato il ministro,
indicando alcune delle «criticità» del sistema come la «fissità del numero di farmacie» e «i concorsi che non si fanno spesso».

Un invito al governo a procedere «con decisione riprendendo l’originaria versione del decreto ‘Salva Italià sulla liberalizzazione della distribuzione dei farmaci» arriva anche dal Pd, con il senatore Ignazio Marino che dice ‘nò a riforme «dimezzate» e invita i farmacisti a «un vero cambiamento».

Diversa la posizione del Pdl: «Auspichiamo un confronto tra governo e farmacie ma iniziative volte a favorire la grande distribuzione non c’entrano nulla con la crescita e servono solo ad aumentare potentati che invece dovrebbero dimagrire», ha rilevato Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl. Ma una vera liberalizzazione del settore, hanno ribadito ancora i parafarmacisti al ministro, significa anche eliminare l’ereditarietà delle licenze delle farmacie.

Punto sul quale replica la presidente di Federfarma (in rappresentanza delle circa 17mila farmacie private italiane), Annarosa Racca: »Bisogna smetterla con la polemica sull’ereditarietà delle farmacie, perché‚ sono solo circa il 20% a livello nazionale quelle che passano di padre in figlio«. Federfarma conferma inoltre la richiesta di aprire un tavolo di confronto per una riforma complessiva del settore.