Roma, maestre con il lutto al braccio: no agli asili pollaio

31/08/2011 di

Tra due giorni, il primo settembre, gli asili nido comunali di Roma riapriranno i battenti. Ad attendere i piccoli, ma soprattutto i loro genitori, sarà la protesta delle educatrici, pronte ad indossare il lutto al braccio in segno di protesta contro le nuove norme previste dalla Regione Lazio che creerebbero quelli che loro chiamano «nidi-pollaio». L’iniziativa, proposta dall’Unione Sindacale di Base, intende porre l’attenzione sulla decisione di «ridurre il numero di educatrici in relazione al numero di bambini, nonchè la metratura a loro disposizione». «In un nido creato per accogliere 60 piccoli utenti – afferma Caterina Fida, del Coordinamento nidi Usb – ne verranno invece stipati 100, rendendo praticamente impossibile l’intervento educativo e provocando inevitabilmente una drastica riduzione delle opportunità di relazioni e di apprendimento dei bambini, soprattutto di quelli più in difficoltà». «Con l’aumento del numero dei bambini per ogni educatrice – prosegue – i nidi torneranno a essere un servizio meramente assistenziale e precipiteranno sempre di più nel vortice delle privatizzazioni, causando il licenziamento di centinaia di precarie». Immediata la replica della presidente della Regione, Renata Polverini. «La norma – sostiene la governatrice – non fa altro che adeguare i parametri esistenti nel Lazio a quelli di altre regioni virtuose, salvaguardando la vivibilità degli spazi e le condizioni di lavoro delle educatrici». Attraverso questa norma – spiega – non solo si consentirà a tanti bambini di poter trovare posto nelle strutture, essendo nota la carenza di posti negli asili nido con conseguenti difficoltà per tante famiglie, ma la Regione risponde anche alle richieste arrivate ripetutamente da parte di molti Comuni, a cominciare da Roma«. L’assessore regionale alle Politiche sociali Aldo Forte accusa l’Usb di fare disinformazione e di creare falsi allarmismi, mentre quello alla Famiglia, Gianluigi De Palo, definisce »esagerato« il lutto al braccio con cui intendono protestare le educatrici. Critico il Partito Democratico che, per voce del capogruppo e del consigliere regionale Esterino Montino e Tonino D’Annibale annunciano un esposto al Tar ed una »raccolta di firme per abrogare le norme«. »Gli asili nido pollaio voluti dalla Giunta Polverini – sostengono – sono un grande affare per i soliti noti«. »I bambini da 0 a 3 anni – concludono – sono trasformati in merce a uso e consumo dei privati«. Il pomo della discordia è l’articolo 4 della manovra d’assestamento di bilancio approvata dalla Regione Lazio il 4 agosto in cui si specifica che »la superficie interna netta dell’asilo nido destinata agli spazi a uso dei bambini deve essere di almeno 6 metri quadrati con esclusione dei servizi igienici« e che »il rapporto numerico tra personale dell’asilo nido e bambini ospiti« è di »un educatore ogni 7 bambini«.