Napoli in festa per De Magistris. A Berlusconi una torta a forma di cervello

30/05/2011 di

Luigi de Magistris arriva in piazza Municipio per la prima volta da sindaco di Napoli e la folla lo accoglie con un tifo da stadio. Occhi lucidi, sciarpa arancione al collo, alza le braccia al cielo e dice «Abbiamo scassato». La folla urla “Chi non salta Berlusconi è”. C’è chi canta ‘Bella Ciaò e chi sventola bandiere dell’Idv, di Federazione della Sinistra, del Pd. Anche di Che Guevara. Lo chiamano sindaco, da ogni angolo della piazza. E c’è anche chi espone il cartello con questa scritta: »È tornato Masaniello«. È così che la città dà il suo benvenuto al neo primo cittadino: con fuochi d’artificio, slogan. Applausi, tanti. Lui, l’ex pm, si rivolge innanzitutto ai napoletani: »Abbiamo vinto quando nessuno ci credeva e il merito è vostro«. Poi, chiama in causa il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. E al premier che aveva detto che chi avrebbe votato de Magistris era senza cervello, il sindaco dice: »Ho detto al mio pasticciere di preparare una torta a forma di cervello. Grazie Berlusconi«. Poi, quasi come se avesse già indosso la striscia tricolore, parla di lavoro, »che è un diritto«, e il suo primo pensiero lo rivolge ai lavoratori di Fincantieri. I sassolini dalla scarpa se li leva, eccome. E risponde ad altre accuse, quelle che gli sono state rivolte dal candidato del centrodestra, Gianni Lettieri, che lo aveva accusato di non aver preso le distanze da atti di violenza a suo danno, in ultimo l’incendio ad una parte del suo comitato elettorale. »Noi non incendiamo i comitati – ha urlato dal palco – noi abbiamo vinto con il voto pulito. Noi non siamo per la violenza«. Poi, indica le finestre di Palazzo San Giacomo, sede del Comune, e dice: »Da domani apriremo le finestre di per fare uscire il puzzo di compromesso morale e fare entrare il profumo della legalità. Dimostreremo un nuovo modo di fare politica«. Dal palco saluta anche il neo sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. Accanto a de Magistris, il leader dell’Idv, Antonio di Pietro, e di Federazione della Sinistra, Paolo Ferrero. »A Napoli nisciuno è fesso e quando Berlusconi ha detto senza cervello ha segnato la sua morte politica«, dice Di Pietro. »Fora di ball«, aggiunge Ferrero rivolgendosi a Bossi e a Berlusconi. Poi, per il finale, la parola di nuovo al neo sindaco: »Abbiamo arruvutato, abbiamo arruvutato«, urla. E la folla urla con lui.