Pasqua, un terzo del cibo acquistato finisce nell’immondizia

25/04/2011 di

Dei tre miliardi spesi dagli italiani in prodotti alimentari e bevande nella settimana di
Pasqua è restato in tavola, nel frigorifero o nelle dispense circa un terzo, pari a
circa un miliardo di euro. Lo stima la Coldiretti che, per salvare dal bidone della
spazzatura questo ben di Dio di spesa, suggerisce di preparare polpette, frittate,
pizze farcite, ratatouille e macedonia, che sono un’ottima soluzione per utilizzare
gli avanzi secondo le preziose ricette tramandate nel tempo in campagna.
«Tutte le case dopo il periodo pasquale sono piene di dolci avanzati, pane indurito,
agnello non consumato, uova in prossimità di scadenza, salumi e formaggi vari e
pezzetti di cioccolato ovunque che, con un pò di fantasia – sottolinea la Coldiretti
-, possono essere recuperati con gusto. I piatti antispreco del dopo Pasqua – precisa
la Coldiretti – sono tanti e per prepararli basta solo un pò di creatività. La
colomba, per esempio può essere consumata a colazione magari ripassandola in forno
per renderla più croccante, le diverse pizze rustiche possono diventare un ottimo
antipasto dei giorni successivi e il vino avanzato può essere utilizzato in cucina
per insaporire e sfumare diversi piatti».
Per valorizzare l’agnello rimasto in tavola «si può sicuramente ricorrere a diversi
escamotage, quello al sugo può essere avvolto da verdure come i cardi e poi ripassato
al forno, quello arrosto può essere miscelato con l’aiuto di un mixer a uova, pane
duro, parmigiano e prezzemolo per ricavare delle squisite polpette da passarle nel
pangrattato e cuocere in forno». Con il cioccolato avanzato, invece, «si possono fare
degli ottimi ciambelloni, molto graditi ai bambini, basta scioglierlo a bagnomaria e
aggiungerlo all’impasto della torta». E tutte le verdure grigliate o ripassate in
padella – continua la Coldiretti – possono essere «amalgamate in squisite frittate
con l’aggiunta di salame e residui di formaggi o trasformate in ottime ratatouille,
sempre valide per arricchire un bel pranzo».
Recuperare il cibo «è una scelta di sobrietà che – secondo la Coldiretti – fa bene
all’economia e all’ambiente con una minore produzione di rifiuti. Una usanza molto
diffusa nella cucina italiana, che nel passato ha dato origine a piatti diventati
simbolo della cultura enogastronomica del territorio come – conclude la Coldiretti –
la ribollita toscana, i canederli trentini, la pinza veneta o, al sud, la frittata di
pasta o le braciole di carne, gli squisiti involtini ottenuti dal roastbeef avanzato
con l’aggiunta di salame e formaggio».