Sanremo, Benigni show nella serata per l’Unità d’Italia

18/02/2011 di

Benigni, ovviamente. La serata per i 150 anni dell’Unità d’Italia sarà ricordata per l’appassionata esegesi dell’inno di Mameli condita da folgoranti battute sull’attualità. E per il modo in cui ha cantato l’inno a conclusione della sua performance. «Avevo qualche dubbio a venire a cavallo perchè per i cavalieri è un periodo poco felice», ha esordito il premio Oscar una volta sceso dal cavallo bianco con cui è entrato all’Ariston sventolando il tricolore. «Mi piace lo stile di Morandi, gli possono fare qualunque sopruso e non reagisce. Il prossimo festival lo facciamo presentare a Bersani». Poi le gag sul caso Ruby: «150 anni per una nazione che volete che sono, è una bambina è una minorenne, ‘sta storia delle minorenni è nata a Sanremo con la Cinquetti si Š spacciata per la nipote di Claudio Villa. Ruby
Rubacuori: l’ho detto, se non ti piace cambia canale e vai sul Due: no, l… c’‚ Santoro». E ancora.
«Ha detto che Š la nipote di Mubarak, bastava andare all’anagrafe in Egitto e vedere se Mubarak di cognome fa rubacuori». Dopo la prima parte, comica e graffiante, dell’intervento, la seconda intensa, dedicata alla ricostruzione del testo del nostro inno.
Aperta da una coreografia patriottica di Daniel Ezralow, la terza puntata del festival Š iniziata nel segno di un altro grande italiano, Giorgio Gaber, omaggiato da Luca e Paolo. Anche questa serata ha emesso i suoi verdetti: tra i Giovani sono passati Roberto Amadè e Micaela, la diciassettenne che non ha potuto godere del verdetto perchè
emesso dopo mezzanotte, mentre tra i big sono stati ripescati Al Bano e Anna Tatangelo.
È stata una lunga carrellata di canzoni del passato reinterpretate dai big in gara: la più appladita quella de ‘O surdato ‘nnammuratò di Roberto Vecchioni, elegante la ‘Parlami d’amore Mari—’ dei La Crus, vicina a Pierangelo Bertoli la ‘Viva l’Italià in italiano di Davide Van De Sfroos, spigliata la ‘Mammà quasi beguine di Anna Tatangelo, sciagurato ‘O sole miò di Anna Oxa, un inno al kitsch il ‘Va pensierò di Al Bano, malinconica ‘Mille lire al mesè di Patty Pravo, elegante e rarefatta ‘La notte dell’addiò di Luca Madonia diretta da Franco Battiato, fuori luogo ‘Mille lire al mesè di Giusy Ferreri, scolastica ‘Il mio canto liberò di Nathalie, alla De Gregori ‘Addio mia bella addiò di Luca Barbarossa, un pò confusa ‘Herès to you (la ballata di Sacco e Vanzetti) di Emma e i Mod…, graziosa ‘Mamma dammi cento lirè di
Max Pezzali con Arisa special guest, molto in tema ‘L’italianò di Tricarico. In questo pezzo l’ospite era Toto Cutugno, tornato in forma a cantare. Insieme a Cutugno e Tricarico un coro multietnico di ragazzi.
Quale poi sia il ritratto del nostro Paese che emerge da queste canzoni è un pò difficile dirlo, perch‚ Š difficile capire quale siano il criterio e il percorso seguiti per sceglierli. Una maratona di oltre quattro ore con la suspence finale
delle riesecuzione delle quattro canzoni eliminate sottoposte al televoto, prima di conoscere il nome dei due ripescati.  Luca e Paolo in apertura hanno regalato due battute folgoranti, una rivolta al ministro La Russa e una al direttore generale della ai Mauro Masi. Al primo hanno detto: «La ringraziamo perch‚ ha parlato bene di noi sui giornali ma ora la preghiamo di smentire perch‚ a casa non ci parlano più». Al secondo: «È bello vedere il direttore generale in platea perchè vuol dire che non telefona». Poi si sono anche concessi una lettura di un testo di Antonio Gramsci, dal saggio Gli indifferenti del 1917.