Il crimine viaggia sul web, quasi 3.000 denunce

23/11/2010 di

È la rete la nuova frontiera del crimine. Lo dimostrano pochi dati, tutti in crescita: nei
primi sei mesi del 2010 la polizia postale ha denunciato 819 persone per reati in
materia di e-commerce e ne ha arrestate 37.
Sono state 2.913 le persone denunciate per hacking, con 76 arrestati, mentre 475
denunce e 51 arresti hanno riguardato i reati pedopornografici. Questi i numeri
forniti a margine della sigla di un protocollo di intesa per la prevenzione dei
crimini informatici tra la polizia postale e la società Symantec.
«Il protocollo – ha detto il direttore centrale delle specialità della polizia,
Oscar Fiorolli – è una risposta efficace al contrasto dei crimini informatici».
Aumentano, ha aggiunto Antonio Apruzzese, direttore della polizia postale, «gli
utenti della rete ed i tempi in cui rimangono connessi: ciò accresce il pericolo e
quindi diventa fondamentale la prevenzione. Noi vogliamo estendere la ‘controrete di
sicurezzà attraverso la collaborazione con le aziende leader del settore».
Significativi anche i dati dello studio ‘Norton cybercrime human impact report’
diffuso da Symantec. Il 69% degli italiani, indica il rapporto, ha subito una qualche
forma di cybercrimine, l’89% ne è preoccupato, il 51% ha scoperto il proprio pc
infetto da virus, il 10% è stato vittima di truffe on line e il 4% ha subito il furto
d’identità. Nonostante l’incidenza di questa minaccia, sottolinea Symantec, solo la
metà degli adulti (il 51%) si dichiara disponibile a modificare il proprio
comportamento on line qualora rimanesse vittima di un crimine.
Il cybercrime, peraltro, non riguarda solo gli utenti privati, ma colpisce in modo
significativo anche le aziende.
Symantec ha stimato che il costo medio sostenuto da un’organizzazione compromessa è
all’incirca di 5 milioni di dollari, mentre 23 milioni di euro è il costo massimo ad
oggi sostenuto in seguito ad un attacco informatico. Questi dati vengono venduti
spesso in un vero e proprio mercato nero delle informazioni, che ha un volume di
affari che si aggira intorno ai 210 milioni di euro. A livello mondiale, infine, lo
spam rappresenta l’89,4% dei messaggi, di cui il 3% ha origine in Italia, mentre il
phishing (truffa informatica che permette, attraverso un’ e-mail, di carpire i dati
personali per accedere ai conti correnti delle ignare vittime) è aumentato del 52%,
colpendo soprattutto il settore finanziario.
«La cyber security è una battaglia cruciale per la sicurezza e la competitività del
Paese», ha commentato l’a.d.
di Poste Italiane, Massimo Sarmi, sottolineando che «la pressione della criminalità
informatica e l’aumento di denunce e arresti nei primi mesi del 2010 dimostrano che
il fenomeno sta assumendo in Italia un rilievo che merita la massima attenzione delle
istituzioni e delle imprese per tutelare le informazioni sensibili di interesse
strategico per la sicurezza dello Stato, la privacy dei cittadini e le attività
economiche».